Si può buttare una stagione in otto giorni? Si può eccome. La Roma lo ha fatto ieri sera con il clamoroso ko a Lione nell’andata degli ottavi di finale di Europa League. Prima il ko nel derby contro la Lazio che ha compromesso seriamente la possibilità di andare in finale. Poi il fragoroso crack, sempre all’Olimpico, contro il Napoli che ha chiuso definitivamente il discorso scudetto e riportato sotto in maniera preoccupante la squadra di Sarri per la corsa al secondo posto: ancora per quest’anno unico buono per andare in Champions senza passare per le forche caudine dei preliminari. Quindi Lione, passo decisivo per l’Europa League, competizione sulla quale la Roma carta alla mano, aveva fatto più di un pensierino: ma così non si va da nessuna parte. In Francia una serata assurda che si conclude con il crollo fisico dei giallorossi in grado di incassare la terza sconfitta consecutiva, la quarta in cinque partite. Un disastro dopo il quale le due «remuntade» che aspettano la Roma nelle due coppe sembrano impensabili. Eppure la squadra di Spalletti era partita forte anche con l’aiuto del Lione: giocando la partita manda a nozze la squadra di Spalletti che negli spazi aperti riesce ad esprimere al meglio il suo calcio. I francesi in difesa non sono poi granché, mentre nella metà campo offensiva si trasformano in una squadra vera: e la Roma lo scoprirà strada facendo.
Cinque minuti per la prima occasione sui piedi di Nainggolan ma il portiere di casa fa buona guardia. In campo solo la Roma, ma al primo rovesciamento di fronte il Lione passa, come da contratto. Palla inattiva dalla sinistra di Alisson, dormita collettiva e Diakhaby (il più colpevole forse è Manolas che lo perde ma anche De Rossi non copre sul primo pallone) inzucca per la festa del pubblico francese letteralmente in delirio. Ma sarà lo stesso difensore francese a concedere ai giallorossi l’occasione del riscatto: al 15′ clamoroso scivolone in difesa su Salah che lancia l’egiziano a rete. Il giallorosso non sbaglia e riporta in pad la partita. Era la scossa che serviva alla Roma che rimette la testa sulla gara e ricomincia a macinare gioco: almeno altre due grosse occasioni giallorosse (una clamorosa di Strootman) prima dell’inevitabile raddoppio. Porta la firma di Fazio, ma sull’assist che l’argentino trasformerà in gol c’è scritto bello grosso il nome di De Rossi, che riscatta cosi la sbavatura in occasione del gol francese. Il centrocampista di Ostia fa ancora una volta tantissimo lavoro sporco, e nell’occasione del raddoppio, rimette dentro un gran pallone senza dare il tempo alla difesa francese di riordinare le idee e rimettersi a posto.
Da qui potrebbe sembrare tutta in discesa, ma e solo l’inizio e Spalletti, uomo di campo, lo sa benissimo. Prova a tenere alta la tensione, ma sarà inutile. E l’inerzia della partita, è nel dna di questa squadra, incartata su se stessa, che non riesce mai a fare il definitivo salto di qualità. Cosi il secondo tempo riparte allo stesso modo: la Roma ci va subito vicino, ma alla prima occasione il Lione passa di nuovo. Le triangolazioni strette sono la cosa migliore della squadra francese che approfitta di un’altra dormita giallorossa per segnare un gran gol con Tolisso: 2-2 e la partita gira. Ora è il Lione padrone del campo, la Roma si chiude, ha paura e crolla fisicamente: lì dietro fa vedere le cose peggiori con il povero Alisson che para tutto quello che può. Unico sufficiente del reparto difensivo. Pochi minuti e arriva il terzo gol firmato Fekir che complica la serata giallorossa, ma mai come quello a tempo abbondantemente scaduto di Lacazette che spedisce la Roma all’inferno: 4-2 pesantissimo. Dopo quanto visto ieri sera difficile immaginare la gara di ritorno, pensare che la Roma possa ribaltare qualcosa se non se stessa: per Spalletti un’altra lezione da imparare e portare a casa, perché questa squadra continua ad avere dei buchi neri che non ti puoi permettere se vuoi giocare nel calcio che conta. Insomma, una Rometta.