(MEDIASET PREMIUM) Con il turnover la Roma può vincere? “Sì, non è stata una partita facile. Abbiamo bisogno di tutta la rosa, di tutti i giocatori che ci accompagnino”.
Dzeko insostituibile? “Ha fatto bene quando è entrato. doveva ancora scaricare un po’ di tossine, ma è normale”.
Totti ha preferito non entrare? “Preferisco non dire niente perché altrimenti partono i processi e tutto quello che dico può essere usato contro di me. Secondo me lui ha avvertito un problema alla schiena e quindi ha preferito non entrare”.
Con il centrocampo a quattro hai giocato solo pochi minuti. Cosa non ti ha convinto? “Le intenzioni erano di trovare fra le linee El Shaarawy e Salah, per portare fuori i loro quinti difensori, però si poteva fare meglio”.
Grenier? “Può giocare fra le linee e aggredire il mediano. E’ difficile poi che dia la palla agli avversari, quando la palla gli passa tra i piedi, dà seguito alla stagione”.
Si aspettava la Juventus con più punti dell’anno scorso? “La Juventus è un obiettivo mobile, che si allontana sempre. Quando sembrano in difficoltà tirano fuori tutta la forza della squadra vincente. Noi dobbiamo pensare passo dopo passo, senza guardare l’obiettivo finale e andare avanti“.
Il suo futuro? “Se perdo altre due partite magari mi mandan via, no? (ride ndr). Abbiamo perso 4 partite su 5 e si continua a parlare. Nel calcio le cose cambiano velocemente e se perdo ancora è giusto che vada via. Ho fatto bene a non firmare il rinnovo, in società sono contenti per questo”.
Essere l’allenatore della Roma non è mai semplice… “Le dichiarazioni del presidente sono giuste. Sono io che faccio le scelte e che sbaglio. Non deve toccare i giocatori, altrimenti gli rispondo, fa bene a parlare di me. Questa sera abbiamo avuto un pubblico eccezionale, ricevendo gli applausi del pubblico di Palermo”.
Potrebbe fare il presidente allora? “Si, lo so anche fare.”
(SKY) Su Totti “Spero nulla di grave, nel fare il riscaldamento ha avvertito questo problema e ho fatto entrare un altro”.
Stasera ha rischiato togliendo Dzeko e inserendo Rui e Grenier?
“Stasera era una partita delicata, secondo me abbiamo fatto bene. Il Palermo aveva stimoli nuovi, e ha anche tentato l’assalto. Noi ce la siamo meritata facendo fatica”.
E’ preoccupante in chiave Lione il calo nella ripresa? “A volte è quello che non capisco dei miei calciatori. Credo sia un problema di autoconvinzione e di forza. Ci brucia troppo il pallone, non dovrebbe succedere. Quelli che ho fatto giocare hanno fatto tutti bene, Rui ha fatto molto bene. Grenier l’ho tolto solo perché avevo paura crollasse di fiato. Inserendo Dzeko non è andata come pensavo perché abbiamo continuato a faticare. Dobbiamo stare sull’attenti”.
Su Pallotta, esiste una posizione diversa tra lei e il presidente? “Ci sono diverse cose che bisogna chiarire agli sportivi della Roma: io con il presidente sono entrato quando c’erano delle difficoltà e non sono stato a chiedere niente. Ho accettato posizioni che erano già state imbastite che comunque mi andavano bene. Digne, Pjanic e Gervinho ci sono stati portati via e abbiamo rimesso delle pedine. Non abbiamo fatto strategie future. Abbiamo parlato del fatto che sarei potuto anche andare via nel secondo anno. Fino a fine anno non c’era da parlare l’anno scorso, quest’anno siamo in un momento in cui c’è un po’ di stanchezza. La statistica è che le squadre che giocano con due giorni di riposo le vittorie calano del 40%”
Contro il Lione si vince con il cuore o la testa? “Secondo me ci vogliono entrambe. Quando devi rimontare due gol non è facile. Bisogna forzare da subito, dobbiamo andargli addosso, diventerebbe fondamentale ritrovare 60.000 allo stadio. Non ho mai capito il perché si siano messi di traverso, più di fare dispetto ad altri creano difficoltà alla Roma. Con l’urlo della Sud sarebbe il primo passo per ribaltare queste situazioni”.
Hai mai chiesto un giocatore d’attacco? “Avevamo delle difficoltà a far mercato. A Dzeko va fatta sentire fiducia, lasciandolo fare e creandogli questo spirito e abbraccio di amicizia, lui è riuscito a partire. Oggi mancava Perotti, ma Salah ed El Shaarawy hanno sentito la stanchezza. Sono giocatori che sono spremuti. il secondo infortunio di Florenzi è stato devastante, era lui che ci avrebbe rimesso a posto le cose”.
(RAI SPORT) Ha cambiato giocatori importanti “Era chiaro dovessimo cambiare, dovevamo dare continuità alla formazione nelle paritte precedenti. Oggi dovevamo cambiare e i giocatori si sono fatti trovare pronti. Abbiamo bisogno di loro, se loro non ci danno una mano per noi è impossibile arrivare in fondo.”
Siete tornati in carreggiata? “Se vinciamo e passiamo il turno giovedì sì. Altrimenti siamo sempre lì, ormai sono troppe le partite perse, anche oggi potevamo evitare alcune difficoltà.”
Le parole di Pallotta hanno un peso sui cambi? “No, non mi lascio molto impressionare dalle parole di un presidente. Non mi sento comodo nella posizione di uno che si fa impressionare. Oggi ho cambiato perché nella quarta partita sarebbe stato difficile. Pallotta ha fatto bene a dire quello che pensa. Io sono il responsabile e lui mi ha dato carta bianca ed è giusto se la prenda con me: sono io al volante della macchina.”
Ha visto una Roma affaticata “Secondo me è la testa che da input importanti. Non si ha più la settimana a disposizione, ormai le cose procedono e si viaggia con più velocità avendo meno tempo. Si gioca più spesso. Se avessi 22 giocatori non ti bastano lo stesso. Per noi Florenzi era vitale, ci manca un giocatore fondamentale per i cambi e la testa fa la differenza.”
Sei il cardine della Roma. Preferiresti esserlo solo tecnico? “Ho sempre al mio fianco e mi sostengono, non la penso così. Sono io rompiscatole che mi intrufolo ovunque.”
Li metti in difficoltà? “Lavori lì e lo sai bene, ti seguo e so tutto. Stai attento che potrei ridire qualcosa anche su Dzeko (ride, ndr). Ho una società efficiente e presente sotto tutti gli aspetti. Stiamo facendo un buon lavoro e siamo forti. Il presidente vive fuori ma a volte la figura del presidente è insostituibile e ci farebbe piacere partecipasse di più.”
La condizione fisica? “Prima ha detto in maniera corretta che ho cambiato poco. Sicuramente nell’ultima potevo sostituire anche prima ed è vero, sotto gli occhi di tutto. Queste tre partite dovevo forzarle così. La fatica quando si perde toglie qualità, velocità di gioco. Molto influenzano le sconfitte, la fatica fisica si può sopperire a livello di testa e con squadra matura.”
(ROMA TV) La squadra è ripartita? “Vittoria importante, ci voleva. Bisogna dire bravo ai ragazzi, farsi trovare pronti dopo tanto tempo non era facile. Senza di loro non possiamo arrivare in fondo, loro lo devono sapere. È quello che devono fare, ci servono”.
Come ha visto Grenier? “Ve ne accorgete fin da subito, è un ragazzo per bene, un professionista, sano nella testa e nei muscoli. È una persona su cui può contare”.
La ruota è ancora nel fango? “Giovedì è fondamentale, gli si dà lo strattone che deciderà se siamo sull’asfalto o no”.
Il fattore Olimpico conterà? “Sarebbe la prima forza da mettere in campo. Ho provato a pensarci, ma non capisco l’atteggiamento dei tifosi. Perché si vede che vogliono bene alla Roma, vengono fuori casa e si vede che ci tengono. Dispiace più che a te e fare questa presa di posizione facendosi del male non la capisco. Se riuscissimo a rifare i 50-60 mila all’Olimpico, partiremmo da -1, un gol ce lo fanno loro. La squadra ne ha bisogno e se lo merita per quello che ha fatto in queste due stagioni. Non vedo quale sia il comportamento o la penalità”.
C’è un filo che li lega a noi? “Perché dobbiamo farci male tra di noi se abbiamo una presa di posizione contro qualcuno a cui non interessa il nostro bene e guarda a una correttezza di una regola. Quando ci ho parlato, loro hanno detto perché hanno dovuto adottare questo provvedimento. Ora qualsiasi siano le regole che vogliono attuare contro di noi, noi remiamo tutti per portare a casa un risultato che la squadra meriterebbe e che gli stessi tifosi meriterebbero come società. Lui è un rompiscatole di quelli disumani (DiamantI, ndr)”.
Che parole ho detto ai ragazzi per motivarli? “Non devo motivare niente, cerco di risollevarli dal dolore che provano. Si dice che non dobbiamo pensare all’obiettivo ma fare un passo per volta, l’importante è vincerne una che dà ossigeno. Se perdi una partita provi davvero la stanchezza, lì appiattisce la testa. Se fai una vittoria conta più di due giorni di recupero. Se venisse il pubblico avremmo da superare solo un gol e secondo me i ragazzi un gol lo fanno”.