L’ex giallorosso, Cristian Chivu, ha rilasciato un’intervista dove ha parlato della sua ex squadra, dell’Ajax e non solo:
Quando distribuivano la puntualità Cristian Chivu aveva il numero 1 nella sala d’attesa. «In quattro anni in Olanda arrivai in ritardo una sola volta» ricorda «e di 5 minuti, ma fecero saltare l’appuntamento. Dovevo vedere un dirigente di banca che mi indicò subito la porta spiegando che gli avevo sconvolto una giornata interamente pianificata».
Dài, quello non stava bene… «Anche un tecnico mi fece fuori per un ritardo di tre minuti all’allenamento».
Chi, scusa? «Jan Wouters. (Sorride) Potrai capire che nei quattro anni a Roma ho faticato non poco».
Proprio in queste ore si parla di un tuo ritorno all’Ajax… «Non ho sentito nessuno. L’estate scorsa sì, invece. La società mi chiese di fare da secondo all’allenatore che stavano prendendo».
Farioli? «No, quello che avevano scelto prima di lui. Fui anche invitato a collaborare con Farioli. Risposi che avrebbe dovuto chiedermelo lui».
Non lo fece. «No». (…)
Sei qui da ventidue anni, parli un italiano perfetto e decisamente ricco… «Ho lasciato il mio Paese a diciotto anni per andare in Olanda, la maggior parte della vita l’ho trascorsa all’estero, ma mi sento totalmente romeno, orgogliosamente romeno. Sono un tipo attento a tutto… La Roma e l’Inter mi hanno cresciuto e migliorato anche come persona». (…)
A Roma, nonostante un gruppo fortissimo, chiudesti con una coppa Italia… «Totti, Cassano, Montella, Samuel, Emerson, Panucci. Tre finali in tre anni e un solo trofeo. Buttammo lo scudetto tra Milan e Brescia, bruciando i sei punti di vantaggio».
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni (…)











