Il sì nell’ultimo derby di Coppa Italia per giocare 10 minuti, quattro più sei di recupero, come mossa della disperazione di Spalletti per recuperare una gara già persa. Il no nella sfida di domenica sera a Palermo a un quarto d’ora dal fischio finale come «passerella» (?) in una partita già ampiamente in mano. Nella notte siciliana che dà un calcetto alla crisi e ai veleni della vigilia (con gli strattoni di Pallotta al tecnico toscano dubbioso sulla permanenza in giallorosso) è Francesco Totti a finire sotto i riflettori. Un mal di schiena presunto o reale ha riaperto il caso, sopito dal profilo basso tenuto dal calciatore, pure poco utilizzato. Sul fuocherello delle polemiche che si stava spegnendo ecco nuova benzina a riattizzarlo, con nuove polemiche – più o meno strumentali – in arrivo. Il 1° marzo, davanti ai «cugini», il capitano ha assistito in panchina alla serata storta della Roma prima di entrare quasi sui titoli di coda per migliorare il suo bilancio nella stracittadina. «L’ho messo per dare una bastonata da fuori o mettere una palla di qualità dal limite dell’area», spiegò Spalletti. Come a dire: ho provato ad arrivare con una giocata là dove la squadra non era riuscita col gioco. A Palermo, invece, l’invito del tecnico è caduto nel vuoto. «Checco, te la senti di fare un quarto d’ora?», la richiesta di Spalletti. «Meglio di no, ho male alla schiena», la risposta del numero 10.
Un rifiuto che ha scatenato i commenti di una piazza ancora in fermento per l’intervento di Pallotta dagli States. Di certo, il mal di schiena lo aveva da giorni, anche a Lione (Sky ha raccontato come l’ex romanista Chivu, presente per impegni con l’Uefa, avesse riferito di quel dolore del capitano già giovedì). E sabato era circolata la voce che potesse saltare la trasferta proprio per quel dolore. «Francesco l’ha avvertito durante il riscaldamento, ma quello di Totti è un tasto sempre difficile per me, preferisco non dire nulla sennò viene usato contro di me», così l’allenatore della Roma che non ha chiuso il caso. Più probabilmente il numero 10 non ha voluto forzare per non precludere a sè e alla squadra la possibilità di esserci nella gara da dentro o fuori con i francesi. Di sicuro Francesco non è contento del suo utilizzo stagionale: 780 minuti più recuperi in un totale di 19 apparizioni sporadiche di cui sei da titolare e tre reti dagli undici metri, due decisive contro Sampdoria e Spezia. Spalletti ha legato anche al futuro del capitano il proprio: «Se lo fanno smettere me ne vado anche io». Totti non ha risposto: tutti sanno che forse per la prima volta sta valutando davvero se dire basta a fine stagione. E quando giovedì arriverà il presidente Pallotta, anche Totti cercherà di avere udienza come il suo allenatore per parlare dei suoi dubbi e del ruolo da ricoprire un domani nella Roma. Per ora si accontenta di qualche apparizione, in questo lungo addio…