Come gestire 270 minuti in 7 giorni mentre le altre stanno ancora chiudendo l’ombrellone? Il campionato inizia oggi ma a Trigoria pare già uno di quegli autunni frenetici sempre con la valigia in mano, altro che calcio d’agosto. Tradotto: per l’aperitivo dell’Olimpico contro l’Udinese del dopo-Di Natale che inaugurerà la stagione di serie A, c’è da aspettarsi una Roma diversa da quella che tre giorni fa pareggiava a Porto. Le gambe pesanti, le vacanze vicine: sembra di vederlo Spalletti mentre sfoglia il manuale di sopravvivenza all’overdose di partite. Tre cambi, forse quattro, senza dimenticare che fra altri tre giorni saranno tutti di nuovo all’Olimpico ma per il Porto, sfida che vale almeno un terzo del fatturato annuale. Stasera debutterà Bruno Peres, arrivato solo giovedì ma spedito in campo dal risentimento al polpaccio di Florenzi.
Il ballottaggio dei portieri continuerà, se ad Allison è toccato l’esordio in Champions al polacco Szczesny potrebbe toccare quello in campionato: poi magari il più convincente difenderà la porta romanista martedì. La vera novità però Spalletti la pretende dalla testa della squadra: le gambe tremanti che ha visto dopo la prima mezz’ora al “do Dragao” non gli sono piaciute, si aspettava una gestione diversa del pallone da gente di esperienza come Vermaelen o Manolas: «Siamo forti, ora dobbiamo cominciare a essere anche grandi». Servirà, per rompere l’equilibrio perfetto nel bilancio dei suoi debutti all’Olimpico con la Roma: 2 vittorie (Livorno nel 2006 e Siena l’anno dopo) due pareggi (Napoli nel 2008 e Verona lo scorso gennaio) e due ko. Quello con la Juve nel 2009 costò le dimissioni. Il primo con l’Udinese nel 2005 ha oggi un suono sinistro. Da non ascoltare, perché gli obiettivi della settimana vadano in Porto.