Per i quarantenni e cinquantenni di oggi, partite come quella di domani contro il Lione all’epoca venivano etichettate semplicemente come «una serata da romanisti». E poco importa se le delusioni hanno quasi sempre superato le gioie: l’importante era esserci. Poter dire, «Io c’ero», superava qualsiasi cosa. Per la trentunesima volta nella storia nelle coppe europee, la Roma ci riprova. Lo farà in uno scenario (Olimpico semideserto) ben diverso da quello che ha accompagnato i 30 tentativi precedenti, dove soltanto 7 volte i giallorossi sono riusciti a ribaltare il risultato. La prima contro gli svedesi dell’Osters (Coppa Uefa 1975-76: 0-1, 2-0), l’ultima con Fabio Capello in panchina nella stagione 2004-05. La Roma perde in Turchia per 1-0 contro il Gaziantepspor ma poi all’Olimpico vince per 2-0 e approda così agli ottavi di finale della Coppa Uefa. Le rimonte più belle, però, sono a cavallo tra gli anni 80’ e 90’. Indimenticabili quelle in coppa Uefa contro il Colonia (1982-83: 0-1 all’andata, 2-0 al ritorno), il Partizan nel 1988-89 (situazione analoga a quella di domani: 2-4 all’andata e successo per 2-0 all’Olimpico) e il Norimberga (1988-89: sconfitta casalinga 1-2 ma vittoria in Germania per 3-1). Leggendaria quella che vide nella semifinale di Coppa Campioni del 1983-84 recuperare due gol al Dundee United, con la doppietta di Pruzzo e il rigore di Di Bartolomei.
LE DELUSIONI – A loro modo uniche, sono rimaste a distanza di anni, anche notti che hanno accompagnato delle grandissime delusioni. Partendo a ritroso, la vittoria 1-0 nella finale di ritorno di Coppa Uefa contro l’Inter nel 1990-91 che non servì però a ribaltare lo 0-2 dell’andata. Il successo per 3-1 contro lo Slavia Praga, arrivato dopo che il gol del 3-0 di Giannini aveva regalato l’illusione dell’impresa, spenta dal tiraccio di Vavra. Impossibile dimenticare anche la beffa ai rigori contro l’Arsenal nel 2009. In panchina c’era Spalletti. Sugli spalti, tanta gente.