La Serie A gioca il giorno di Pasqua e scoppia la polemica. È stata infatti pubblicata ieri la lista degli anticipi e dei posticipi di campionato dall’undicesima alla quattordicesima giornata di ritorno, con la Roma che potrebbe essere costretta a disputare la gara casalinga contro l’Atalanta in posticipo la sera di Pasqua, il 16 aprile. Il motivo? Se i giallorossi domani sera passeranno il turno in Europa League contro il Lione, dovranno giocare l’andata dei quarti di finale il 13 aprile: per questo non potranno anticipare al sabato come tutte altre squadre e scenderanno in campo la sera di Pasqua. Una eventualità che ha scatenato le proteste del mondo cattolico. «L’ultima frontiera, quella del rispetto di una festività religiosa sentita dalla maggioranza degli italiani sta per cadere» è stato il commento del telegiornale di TV 2000, il network radio televisivo controllato dalla Conferenza Episcopale Italiana. In realtà non si tratta di un evento inedito, ma gli ultimi episodi risalgono agli anni 70. «Ormai è un calcio senza limiti – il pensiero espresso durante il tg – che non si ferma neanche a Pasqua e che in questi anni non lo ha fatto di fronte a scandali, violenza, doping e razzismo. Una buona alternativa potrebbe essere giocare il giorno di Pasquetta».
Soluzione, questa, già prevista dal calendario e che potrebbe essere richiesta dalla Roma, ma condizionata dall’alternanza casa/trasferta degli eventuali quarti di finale. Prima di porsi il problema, però, la Roma dovrà pensare al Lione. I giallorossi non potranno contare sull’effetto Olimpico, perché sugli spalti non sono previsti più di 30 mila spettatori. In soccorso del club è accorsa Sky che, forte di un accordo siglato da tempo (anche con altri club), ha voluto lanciare un’operazione di marketing consentendo ai suoi abbonati da oltre un anno di poter acquistare con il 50% di sconto fino a quattro tagliandi per la Tribuna Monte Mario o la Tribuna Tevere. Iniziativa lodevole, e anche interessata visto che Sky deve valorizzare al massimo l’Europa League di cui possiede i diritti e uno stadio vuoto non è televisivamente appetibile, ma che ha creato qualche scontento tra i romanisti che sono anche abbonati alla televisione satellitare, e che avevano già acquistato il biglietto a prezzo pieno.