Marco Arcese, responsabile del settore giovanile del Pescara e scopritore di Antonio Arena, attaccante classe 2009 vicino a vestire la maglia della Roma, ha rilasciato una lunga intervista in cui ha raccontato il percorso del talento italo-australiano. Queste le sue parole:
“Lui è cresciuto nella nostra academy di Sidney, la Ucchino Football Club. Mi era stato segnalato da Anthony Ucchino e nell’estate 2023 andai a Sidney per seguire questo ragazzo che allora era passato al West Sidney Wanderers, squadra della Serie A australiana. Giocava con i ragazzi di due anni più grandi, mi ha subito impressionato e, sapendo che il padre ha origini italiane, ho insistito per incontrarlo subito. Lo abbiamo portato in prova al Pescara una settimana, anche se lui era già stato promesso al Real Betis che lo aveva visto prima di noi. Con loro c’era già un accordo verbale e sarebbe dovuto andare lì nel giugno successivo. Fortunatamente siamo riusciti a convincere il papà e dopo quella settimana il ragazzo ha voluto rimanere con noi. È stato decisivo l’approccio che abbiamo avuto con lui, che lo ha fatto sentire in famiglia”.
La scelta della nazionale… “Sognava di giocare per la nazionale italiana, perché aveva il nonno italiano. Ci è riuscito, perché ha giocato l’Europeo Under 17 in Albania, dove ha fatto anche molto bene. Quando è arrivato non sapeva la lingua. Il padre si è trasferito con lui, ma Antonio ha sempre vissuto nel nostro convitto, dove lo abbiamo tenuto con gli altri ragazzi, cosa che gli è servita per imparare velocemente la lingua ed entrare da subito nel contesto italiano. Poi lo abbiamo mandato a scuola qui da noi al Liceo Maior, che ci permette di lavorare con questi ragazzi”.
Sulla famiglia… “Ha una famiglia normalissima che vive nella periferia di Sidney, la madre e la sorella abitano ancora là. Quando sarà il momento magari si trasferiranno anche loro ma, anche se ha già bruciato molte tappe, deve ancora fare degli step”.
Il paragone… “Le prime cose che mi hanno colpito di lui sono state la sua forza fisica e la struttura. È un attaccante un po’ alla Vieri. Poi quando l’ho conosciuto mi ha colpito la mentalità. È un ragazzo mentalizzato sul calcio, che fa sacrifici già alla sua età, che va a dormire presto e che ha sempre il pensiero dell’allenamento. In campo dà il 300% ed è difficile vedere un attaccante rincorrere gli avversari come fa lui. Oltre al lavoro di attaccante è uno che lavora molto anche per la squadra”.
Sul percorso in Italia…“Ha sempre ammortizzato con grande facilità tutti i cambiamenti. Ha giocato in prima squadra con la forza e la testa di un veterano ed è tornato in Primavera con la stessa intensità. Per lui, al di là di dove gioca, basta che ci sia una palla che rotola perché è uno che dà sempre tutto. Ha offerte da club di Serie A ed esteri. Noi saremmo i primi contenti se raggiungesse una vetrina ancora più luminosa rispetto a Pescara”.
FONTE: gianlucadimarzio.com











