Un’impresa quasi disperata per la Roma, che deve recuperare un doppio svantaggio contro una squadra come il Lione, che ambisce a tornare nell’elite europea del calcio.
Rimettere i conti in paro contro una formazione forse superiore sotto il profilo tecnico diventa quasi un sogno. Alla Roma non resterebbe che affidarsi ai regali della storia, come quando, nella semifinale di Coppa dei Campioni del 1984, uscì con un doppio passivo dal terreno del Dundee United. Non sembrava possibile ribaltare la situazione, ma i tre gol all’Olimpico consentirono la qualificazione per la finale, che poi la Roma avrebbe perduto ai rigori difronte al Liverpool. In Scozia, i giallorossi avevano sofferto la rinuncia a Falcao infortunato, ma il brasiliano sarebbe stato uno degli artefici principali del ribaltone nella gara di ritorno insieme ad Agostino Di Bartolomei, autore della rete decisiva su tiro dal dischetto. Una finale guadagnata con grandi difficoltà, come sempre accade quando c’è da annullare un passivo di quella portata, ma non senza meriti.
L’ostacolo che i giallorossi dovranno saltare vittoriosamente stasera è di altezza quasi proibitiva, perché gli avversari di turno presentano anche valori atletici apparentemente superiori rispetto a quelli di cui può al momento disporre la squadra di Spalletti. La vittoria di Palermo, infatti, non ha fugato tutti i dubbi sulla tenuta fisica di una squadra smarritasi nel giro di pochissimi giorni, dopo una cavalcata entusiasmante.
Si parte, dunque, da una posizione precaria, determinata da quei due gol di differenza che rendono il confronto con un pronostico quasi a senso unico e sicuramente non favorevole a chi gioca in casa. Anche perché sarà difficile trovare un Olimpico gremito, per accompagnare una partita dai risvolti complicati.