Perdiamo un’altra italiana dalle coppe, ma stavolta è successo dopo una partita pazzesca, dominata dalla Roma dall’inizio alla fine. E’ mancato solo un gol, alla fine, ma ieri sera la squadra di Spalletti ne poteva segnare una dozzina. Il 2-1 non è bastato per la qualificazione e per quanto visto all’Olimpico aumenteranno i rimpianti del 2-4 di Lione: se in Francia la Roma avesse giocato con la metà del ritmo e della rabbia di ieri, sarebbe finita in modo diverso. Sono mancati Salah e Dzeko e probabilmente è questa la ragione della mancata qualificazione, perché nei 25 tiri finali non c’è stato mai il colpo decisivo dei due attaccanti. Dall’altra parte, invece, un giocatore ha risolto ogni problema, il portiere Lopes, la cui notte romana resterà indimenticabile per lui e, in senso opposto, per i romanisti.
D’IMPETO – Lo sforzo della Roma nel primo tempo è stato mostruoso. Ha schiacciato il Lione, lo ha terrorizzato col ritmo, con l’aggressività, con la forza fisica e atletica. Giocava col sangue agli occhi ma con la testa lucida, come capita alle squadre che sanno quel che vogliono e la Roma voleva fortemente la qualificazione. Lo voleva anche uno stadio quasi pieno, capace di spingere la sua squadra verso l’impresa. Al 45′ si contavano 11 tiri a 2 per i padroni di casa, con una traversa e con un solo vero protagonista in campo, quel Lopes capace di togliere di porta almeno 4 palle-gol solo nel primo tempo.
I GOL – In campo c’era solo la Roma, ma nell’unica occasione in cui è entrato sulla scena anche il Lione, ha lasciato il segno. Come all’andata, punizione (ma il fallo non c’era) per un intervento di Rüdiger su Cornet, pennellata di Valbuena, colpo di testa di Diakhaby, sovrastato Manolas e uno a zero per il Lione. Prima di quella rete, la Roma aveva già colpito una traversa (con Rüdiger) e sciupato con Salah (complice Lopes) due palle-gol. Era passato appena un quarto d’ora e di rabbia la Roma ha riagguantato il pareggio sessanta secondi dopo con un tocco di esterno di Strootman a deviare una punizione calciata da De Rossi.
SOLO ROMA – Non c’era partita. La Roma sovrastava il Lione sul piano atletico, tecnico e tattico. Non c’erano tracce di Lacazette, di Tolisso, di Valbuena (punizione del gol a parte). Bruno Peres e Mario Rui dominavano gli esterni da cui Valbuena e Cornet (almeno fino alla mezz’ora) erano estromessi. Sarebbe stata assai gradita maggior precisione da parte del terzino ex granata nei passaggi e nei cross, ma nemmeno Salah, nemmeno Dzeko (quasi sempre dietro l’uomo, mai in anticipo) colpivano con cattiveria. Lopes è stato di nuovo fenomenale sul doppio tentativo di Strootman (smarcato da un tacco di Salah) e bravo anche su Dzeko. Troppi errori in area, troppi gol sbagliati della Roma.
CON EL SHAARAWY – All’ennesimo errore, Spalletti ha tolto Bruno Peres e messo El Shaarawy, ma con colpevole ritardo. Alla prima palla l’egiziano ha impresso la svolta: ha saltato Valbuena e piazzato in mezzo la palla che Tousart ha girato nella sua porta. Il Lione non stava giocando all’Olimpico, ma in un girone dell’inferno, quarantacinquemila impazziti a soffiare alle spalle di una squadra che stava abbattendo i propri limiti. El Shaarawy si è scatenato subito e ha sfiorato il 3-1, poi anche il Lione ha sbagliato un’occasione con Corrent.
POI PEROTTI – Nell’ultimo quarto d’ora, Spalletti ha buttato il cappello in aria. Via anche l’altro terzino, Mario Rui, dentro Perotti. Prima del cambio, Dzeko aveva segnato a gioco fermo per un fuorigioco inesistente di El Shaarawy. Non c’era più equilibrio, non poteva esserci, Spalletti sperava che i due attaccanti freschi riuscissero a fare nel finale quello di cui i due titolari non erano stati capaci.
INFINE IL CAPITANO – E’ finita con la Roma piena di attaccanti, l’ultima mossa di Spalletti è stata quella di Totti e, nello stesso momento del capitano, ha avanzato Fazio in attacco. Era solo palla in avanti, il Lione in contropiede ha avuto due occasioni, Alisson le ha sventate. Recupero compreso è durata 99 minuti, per la Roma è stata una inutile grandissima vittoria.