Da brividi. Non hanno visto il lieto fine però hanno vinto. Con gli applausi finali a una squadra che ha dato tutto. Trascinando in ogni secondo, provando, guidando. Le sciarpe tese. L’inno, cantato da Baldissoni e da un intero popolo. La Curva Sud tornata quasi piena nonostante l’assenza dei gruppi organizzati, l’urlo ferino Roma Roma Roma che strappa un video anche ai telefonini dei mille lionesi sistemati nei Distinti Nord. Che bell’Olimpico, finalmente. Magari non ai livelli della “vera” Sud, quella che tifa alla sua maniera, ma emozionante e degno di un grande evento. Avrebbe meritato anche il compimento della rimonta, la gente. Ma quando certe partite, e certe eliminatorie, girano male, è inutile aggrapparsi al calcolo delle probabilità.
LA FOLLA – Il traffico intenso attorno allo stadio, il lungo fiume umano sui viali del Foro Italico. Si è capito a metà pomeriggio che sarebbe stata una serata speciale, con la conquista degli indecisi che hanno accolto l’appello di Spalletti e Dzeko e hanno deciso di comprare il biglietto all’ultimo minuto, magari grazie agli sconti promossi da Sky per i settori più cari, tipo la Tevere che era gonfia di passione.
IL GIOCO – E’ impressionante l’urlo dopo cinque minuti. La traversa di Rudiger, il successivo colpo di testa di Salah salvato da Lopes. La sfortuna chiama incitamento incessante. In tribuna Florenzi, sofferente dopo la seconda operazione, offre il suo contributo: non poteva mancare, tifoso fra i tifosi, si sbraccia, si alza. A segnare, dopo tre occasioni mancate dalla Roma, è il Lione: ancora con un calcio piazzato, ancora con Diakhaby, come all’andata, sotto gli occhi perplessi di Totti che si domanda cosa potrebbe fare, se fosse in campo. Ma l’Olimpico non molla e così la Roma, che rimette subito in equilibrio la partita.
ASSALTO – Spinge lo stadio. Spinge forte. Esplode, letteralmente, nell’attimo del 2-1 dopo aver maledetto tante volte il portiere Lopes che parava tutto. I minuti passano ma i romanisti no, non passano mai. Facci un gol, Roma, facci un gol, ne basta solo un altro per festeggiare. Entra Yanga-Mbiwa, eroe di un derby speciale, e la gente applaude per allentare la tensione. Ma quando tocca a Totti è il delirio. C’è ancora una speranza, forse. Non sarà così ma loro, i tifosi, vincono sempre.