Ezio Maria Simonelli, dopo sei mesi da presidente della Lega di Serie A, ha rilasciato alcune dichirazioni facendo un primo bilancio dal suo insediamento. Queste le sue parole:
“La passione è la motivazione più grande che mi ha spinto ad accettare la candidatura alla presidenza, rappresenta molto per me, sublimazione di passione ed ego. Giudico positivamente l’inizio del mio mandato e confido che i presidenti delle società abbiano la stessa opinione”.
Come giudica il primo semestre del suo mandato? “Positivamente e confido che anche i presidenti delle società abbiano la stessa opinione. Mi avevano parlato di un’assemblea rissosa, invece finora si è dimostrata compatta. Tutti remiamo nella stessa direzione”.
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Quali sono le urgenze del calcio? “La prima è legata al discorso stadi, una vera emergenza per il Paese. Faccio una battuta: per fortuna non siamo degli appassionati bevitori di birra, altrimenti sarebbe un problema andare in bagno negli impianti. Il problema va affrontato non solo in vista di Euro 2032”.
Le altre? “I temi fiscali: se vogliamo rinverdire i fasti della Nazionale occorre investire sui vivai e in tal caso servono degli sgravi. Infine la pirateria, la madre di tutte le battaglie. Il danno economico per lo sport è di 350 milioni l’anno: sono partite le prime sanzioni per colpire l’utilizzatore del cosiddetto “pezzotto”, bisogna far capire che chi si affida alla pirateria sta rubando, quindi è un ladro. È un fatto anche culturale”.
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Non ha richieste da avanzare alla federazione? “La serie A mantiene tutto il movimento, ma abbiamo solo il 18% di rappresentatività. Questo minor peso viene controbilanciato in termini di qualità dei rapporti. L’esempio è Milan-Como a Perth».
È fiducioso di poter disputare in Australia quella gara di campionato? “La Figc ci ha dato semaforo verde ed essendo Gravina vicepresidente Uefa confido che ce lo fornisca anche Ceferin. Quanto alla Fifa, Infantino mi ha ascoltato con attenzione. Del resto, San Siro non sarà disponibile a causa delle Olimpiadi invernali”.
De Laurentiis ha usato toni duri per lo stato economico del calcio in Italia. Esagerato? “Non vedo scenari apocalittici: i diritti tv domestici sono stati venduti fino al 2029. Certo ora ci dobbiamo concentrare sulla cessione dei diritti all’estero, settore dove dobbiamo migliorare. Ecco perché mi sarebbe piaciuto disputare tutta la prima giornata lontano dall’Italia”.
Dove? “Negli Usa, avevo ricevuto una proposta economica. Sarebbe bello poterlo fare in futuro, quando magari ci saranno regole più permissive”.
Ci sono troppi stranieri nel campionato? “Non conta il numero, ma se sono di qualità. Sono arrivati Modric, De Bruyne, David, Noa Lang, Baturina. Servono i campioni per vendere le partite all’estero: anche io vorrei i nuovi Totti e Del Piero, ma non ci sono. Prima l’alto numero di stranieri nel nostro campionato veniva associato con i benefici fiscali del Decreto Crescita. Ora quel decreto, che ha dato indubbi risultati positivi, non è più in vigore, ma il numero di giocatori comprati all’estero è aumentato”.
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FONTE: corriere.it











