L’Amministratore Delegato della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, ha rilasciato una lunga intervista dove si è soffermato sui diritti TV e della possibile visione delle partite di campionato sulla piattaforma della stessa Lega:
Quali sono i numeri della vostra media company? “La Lega produce direttamente per terzi, per Dazn e per Sky, 423 partite all’anno, ovvero 380 gare di campionato, più eventuali spareggi che non sono nel conto, le 42 partite della Coppa Italia e la variabile Supercoppa in partita singola o a tre gare. Ci sono anche le partite della Primavera per Sport Italia. In totale la Lega produce oltre 800 gare all’anno. Anche con telecronache fatte da noi in più lingue”.
Per esempio? “Tutte le dieci partite di Serie A vengono fornite con telecronache in italiano, inglese, spagnolo e arabo, abbiamo 35 telecronisti attivi per i diversi mercati internazionali. All’Iliad International Broadcasting Center di Lissone abbiamo sedici cabine di registrazione. Tutta la produzione è pensata, impostata e coordinata da noi, con i nostri registi e aiutoregisti su tutti i campi, poi in alcune zone noleggiamo service. Abbiamo una figura che ha lavorato tanti anni con la Premier League che ci ha aiutato ad aggiustare tutta la correzione dei colori dei diversi campi, per avere un’immagine uniforme. Dal punto di vista produttivo abbiamo lo stesso livello della Premier League inglese. C’è anche un lavoro fatto con l’intelligenza artificiale per cambiare quello che proiettano i led a bordo campo in funzione dei paesi di destinazione”.
Vi ispirate al modello inglese? “In realtà quello che abbiamo inaugurato ormai oltre 4 anni fa funziona talmente bene che gli stessi inglesi internalizzeranno, come già abbiamo fatto noi”.
Ormai le Leghe calcistiche sono vere media company… “A tutti gli effetti, non producono soltanto la gara in quanto tale, ma anche tutti i derivati. A valle della produzione tv c’è tutto il team di social media che declina la nostra produzione sulle varie piattaforme, abbiamo superato i 10 milioni di follower su YouTube, siamo presenti con 22 account in 8 lingue su piattaforme diverse”.
Avete una radio tv: va verso una direzione precisa… “Vogliamo tenere un contatto con i nostri tifosi tutti i giorni dell’anno, siamo partiti due anni fa con gli amici di RDS, da quest’anno siamo autonomi. Con Lorenzo Dallari stiamo lavorando perché il progetto cresca nel tempo, abbiamo internalizzato gli studi televisivi, a Lissone”.
Stiamo arrivando al punto. In futuro chi vuole vedere il calcio dovrà farlo (e pagarlo) sulla tv della Lega? “Al momento siamo ancora nella logica di mantenere tutto ciò che è il prodotto Premium in esclusiva ai nostri licenziatari ufficiali, che sono Dazn, Sky, Mediaset e Sport Italia. Però quello che vogliamo fare nell’arco dell’anno è riuscire a tenere viva 18 ore al giorno questa relazione costante, ci aiuta a raccontare con linguaggi diversi, più rilassati, una serie di storie che ci teniamo non vadano perse o che non siano solo altri a raccontarle per noi”.
Quante persone sono coinvolte e quanto costa? “Il numero delle persone non lo so, non l’abbiamo mai vista in questo modo. Spendiamo tra i 30 e i 40 milioni all’anno”.
Lissone è anche centro Var… “Sì, c’è un’area secretata in cui abbiamo gestito la parte tecnica con i nostri fornitori, è un servizio che forniamo noi all’AIA, ma nell’area dell’AIA possono accedere solo i tecnici al servizio dell’AIA. 8 sale var, 1 di supervisione e il servizio per il fuorigioco semiautomatico che traccia tutti i presenti in campo in 29 punti corporali”.
Gli arbitri hanno le stesse immagini che si vedono alla tv? “In realtà ne hanno sempre avute molte di più, scegliendo tra 8 o 12 camere nel 90% dei casi vedono immagini che non sono andate o non andranno in onda”.
Ogni tanto spuntano immagini non viste in diretta… “Ce ne fu uno famoso su un caso della Juventus, ma non erano immagini nostre. Era un video fatto col telefonino da uno spettatore. Non potremo mai avere 60mila occhi come ogni spettatore dotato di smartphone. Negli stadi si vede e si sente tutto, purtroppo o per fortuna”.
Ma alla fine, in futuro venderete direttamente le partite oppure no? “Al momento il tema è soprattutto quello della produzione di un prodotto che garantisca uno standard elevato, perché non ci sia differenza tra i broadcaster. Volevamo metterci nelle condizioni di poterlo fare al meglio, e ci siamo. Ora aspettiamo alla finestra, vedremo se la strada della vendita diretta delle gare agli abbonati potrà funzionare, c’è un laboratorio al lavoro. Di sicuro c’è un problema di pirateria che da noi è più forte che negli altri paesi, bisogna intervenire. La pirateria sta privando il sistema di oltre 300 milioni di euro all’anno solo per la serie A. Soldi per cui oggi non riusciamo più a comprare i campioni che avremmo voluto. E se gli abbonati reali fossero di più anche i diritti varrebbero di più”.
Gli stadi italiani inadeguati influenzano il prodotto? “Sono determinanti. Stadi vecchi presuppongono una distanza troppo grande dal campo di gioco. Il posizionamento delle telecamere ha bisogno di un’inclinazione ottimale di 43 gradi. E la scenografia, quello che si vede dietro, ha il suo peso: quanto sono belle le immagini in cui si vedono i tifosi a bordo campo senza barriere che interagiscono?”
FONTE: Quotidiano Sportivo – D. Rabotti











