La Roma programma il suo futuro, ma senza Luciano Spalletti. Al vertice che si è tenuto ieri allo studio Tonucci, quartier generale operativo di James Pallotta durante i suoi soggiorni romani, non ha partecipato il tecnico, che ha approfittato della sosta per tornare a casa, in Toscana. Dovrebbe essere di nuovo a Roma domani (ma in società non ha comunicato una data precisa) visto che la ripresa degli allenamenti è fissata per giovedì.
Proprio quel giorno potrebbe essere quello buono per mettersi finalmente seduto intorno ad un tavolino con il presidente, che ripartirà venerdì, e chiarire definitivamente quale sarà il suo futuro. Sempre che ce ne sia realmente bisogno e che le parti già non sappiano che strada prendere alla fine della stagione. A colloquio con Pallotta, ieri, c’era tutto lo stato maggiore della Roma: l’a.d. Umberto Gandini, il d.g. e il d.s. Frederic Massara. Tanti i punti all’ordine del giorno: il più importante è stato senza dubbio il futuro del tecnico.
La società giallorossa, che fino a qualche tempo fa era convinta della volontà di restare di Spalletti, ora non ha più le stesse certezze e non vuole farsi trovare impreparata. Dal nome dell’eventuale sostituto del tecnico toscano, però, si capiranno anche la linea e le ambizioni della società. Difficile, ad esempio, far digerire ad un tecnico come Roberto Mancini («Al momento non c’è nulla di concreto, io sono un professionista e gli allenatori a volte vanno dove meno se lo aspettano», ha detto ieri l’ex allenatore laziale) il «progetto giovani» rilanciato da Pallotta domenica sera. Molto più facile farlo con un allenatore emergente come Eusebio Di Francesco, che non ha mai negato la sua voglia di sedersi sulla panchina romanista.
In un senso o nell’altro, la rotta sarà tracciata da Pallotta con il nuovo d.s. che dovrebbe essere Monchi, in uscita dal Siviglia. Fondamentale, in questo senso, la qualificazione diretta alla prossima Champions League che garantirebbe un bel po’ di milioni e faciliterebbe i rinnovi dei «grandi giocatori che la Roma ha già in rosa», per usare le parole di Pallotta. I nomi sono quelli di Nainggolan, Strootman, De Rossi e Manolas, che sono tutti in attesa di una chiamata. Quello di Totti è un discorso a parte. «Ha un contratto di sei anni da dirigente e non abbiamo pensato ancora a niente di diverso. Ora dobbiamo pensare a vincere le partite», ha chiosato Pallotta. Se ne riparlerà a fine stagione.