Minuto 39: il Milan segna e si prende i tre punti. Ma in quel momento cruciale della sfida vinta dai rossoneri di Allegri c’è la sintesi del match di San Siro e la storia della Roma di Gasperini nelle prime dieci giornate di campionato. I giallorossi lasciano la vetta della classifica al Napoli e scalano al secondo posto, un punto sotto a quota 21, accanto all’Inter e al Milan.
La Roma gioca, fa pressing, corre e crea chance, senza però approfittare della superiorità mostrata contro i rossoneri fino al minuto 39. Spreca energie fisiche e mentali, ma fa cilecca sul più bello. Pavlovic firma di sinistro la rete decisiva, dopo la fuga di Leao che scappa in contropiede, lascia sul posto Ndicka e, entrato in area, chiama a rimorchio il compagno. Non c’è nemmeno da guardare le statistiche per capire che partita è stata fino al gol del difensore: è la prima conclusione del Milan.
Sono undici i tiri della Roma che hanno preceduto la svolta della partita, quattro nello specchio della porta. Si sono presentati da ogni settore del campo, difensori, centrocampisti e attaccanti. In attesa del gol rossonero, dominio totale. Fisicamente, tatticamente e tecnicamente. I regali in fase realizzativa hanno però indirizzato il match. Il rendimento scadente nella finalizzazione (10 reti in 10 partite) rende inutile il grande lavoro di Gasp. Che, pur contento della costruzione e dell’atteggiamento, chiede concretezza: «Non facciamo mai un gol sporco».
FONTE: Il Corriere della Sera











