Per persuaderlo è arrivato pure Franco Baldini da Londra, per farlo rinnovare c’è un’offerta triennale da oltre tre milioni a stagione. Eppure, nonostante i baci e gli abbracci visti mercoledì sera al termine della cena della pace vicino Villa Borghese, Luciano Spalletti non è ancora convinto di voler continuare a essere l’allenatore della Roma del futuro. Il tecnico si è preso un mese di tempo prima di dare la risposta definitiva. Ieri ha ascoltato il piano del club: pochissime cessioni (probabilmente solo una importante), un innesto di giovani per rinforzare la rosa e una collaborazione stretta col nuovo ds Monchi. A Spalletti però non basta. Sulla firma del tecnico pesa anche il ruolo che avranno i senatori, soprattutto Totti (direttore tecnico oppure no?) e le aspettative che Pallotta nutre per la prossima stagione. In parole povere: con questa rosa più 3-4 giovani sarà difficile vincere lo scudetto. E a pesare sono anche le offerte che arriveranno da qui a un mese a Spalletti.
Se a bussare alla porta del toscano sarà la Juve o un top club inglese, le cose potrebbero complicarsi. Tutto sarà rinviato almeno a dopo il derby di ritorno di coppa Italia, forse l’ultima occasione per sperare di portare a casa un trofeo. Insomma la cena, che il club ha provato a nascondere e che si è conclusa con scene da film romantico di fronte alle telecamere, non è finita col dessert che Pallotta sperava. Il presidente è ripartito ieri alle 15: farà prima tappa a Londra insieme allo stesso Baldini, poi tornerà a Boston. In ballo ci sono alcuni contatti per il main sponsor. «Per colmare il gap con la Juve dobbiamo essere più intelligenti e più furbi nel modo in cui facciamo le cose. Dobbiamo dare stabilità al management. Abbiamo fatto qualche errore», ha ammesso Pallotta. In questo mese comunque la Roma non resterà a guardare e ha messo in agenda alcuni nomi. Mancini piace ma non sembra convinto dal progetto giovani. Piacciono anche Emery, Di Francesco e Montella, con lo spagnolo in vantaggio visto il rapporto con Monchi.