C’è un dato, più di tutti, che racconta meglio di qualsiasi proclama la metamorfosi della Roma: nel 2025 nessuno in Europa vince in trasferta quanto i giallorossi. Dodici colpi lontano dall’Olimpico, più di Psg, Barcellona, Bayern e Real Madrid. Una classifica speciale che profuma di elite assoluta. E la media punti? Appena sotto il Bayern: 2,43 i tedeschi, 2,38 la banda di Gasperini, una vera macchina da punti con il marchio di fabbrica della ferocia difensiva. Già, la difesa. Quella che un anno fa sembrava un reparto sbandato, spaesato durante la parentesi Juric, e che Ranieri ha rimesso in piedi con occhiata severa e mano ferma. Il traghettatore di Testaccio ha ripristinato i fondamentali, ridato distanze, ridato ordine, ridato certezze. Da gennaio 2025 in poi la Roma ha preso la rincorsa e non si è più fermata: (…).
Quello che forse nessuno aveva previsto era il passo successivo. Perché Gasperini ha raccolto quell’eredità — solida, scolpita — e l’ha trasformata in un’arma totale. Il miglior attacco della Roma? La difesa. Letteralmente. Quando l’area avversaria era diventata improvvisamente un pianeta lontano durante la crisi realizzativa (che adesso sembra essere passata), Gasp ha blindato la sua retroguardia con precisione quasi ossessiva e ha cominciato a vincere di corto muso, alla Allegri ma con un pressing quasi asfissiante. Una Roma di acciaio temprato, sporca e cattiva quanto basta, che da agosto in avanti ha fatto della solidità il proprio superpotere. La crescita individuale è sotto gli occhi di tutti. Mancini e N’Dicka, la coppia-totem, sono entrati definitivamente nella categoria dei difensori dominanti: personalità, letture, duelli vinti come se fosse routine. (…)
Ma la Roma ha imparato a reinventarsi. E le sorprese? Celik, il jolly inatteso. Ranieri lo aveva reinventato braccetto di destra, intuizione geniale poi ripresa da Gasperini. E quando il tecnico ha deciso di lanciare Hermoso sul centrosinistra, ecco Mancini scalare a destra e Celik riprendersi la fascia. Un puzzle che ruota, cambia forma e resta sempre impermeabile. Perché la fase difensiva non è solo questione di chi gioca dietro: c’è il lavoro degli esterni, quello dei centrocampisti che fanno filtro come muretti di cemento, e c’è pure quello degli attaccanti, che pressano, sporano, mordono.
Il risultato? La Roma è la squadra che ha subito meno gol in tutta Europa nel 2025. Appena nove. Dietro Arsenal, Atalanta, Bayern, Como, Napoli e Manchester City. Numeri da fantascienza, resi possibili da un sistema collettivo impeccabile ma anche da un portiere che ormai ha smesso di stupire. Il messaggio è chiaro: continuare a tenere la linea dritta, la testa fredda e la porta sbarrata. Sì, forse è presto per parlare di traguardi proibiti, ma una cosa è certa: con questa difesa la Roma non corre, avanza. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi











