Penso alla vittoria sui danesi. Un El nel primo tempo e un El nel secondo. Così l’Olimpico ha potuto cantare ai gol senza peraltro ricorrere all’autotune: identici il tono e la caduta del coro. E tra uno e l’altro la solita, appassionante Roma capace – questa volta – di mettere sotto l’imbattuto Midtjylland che tra preliminari e girone di Euroleague aveva sempre vinto (KuPS, Sturm Graz, Nottingham Forest, Maccabi e Celtic) segnando 13 gol e subendone soltanto tre.
Sorprendente è stata anche la formazione iniziale: Gasperini ha presentato Dybala, al rientro, e Ghilardi, mentre nella ripresa ha concesso qualche minuto a Bailey, ovviamente pensando a domenica sera, al Napoli.
C’è qualcosa in questa Roma che – non a caso – mi ricorda il Leicester di Ranieri. Lo scrivo senza azzardare discorsi scudetto (così com’è, non è in grado di puntare al titolo). Sarebbe interessante sapere se lo stesso Ranieri sta ritrovando accenti e valori simili: determinazione, una grande unità e il coraggio che fa spesso la differenza.
Sorpresa chiama sorpresa. Ieri mi è piaciuto tanto El Aynaoui: s’era fatto notare in estate, nel primo tempo dell’amichevole con l’Everton. Ma in seguito s’era perso in mille difficoltà e in qualche timidezza. Nelle ultime uscite ha confermato di avere personalità e qualità tecniche, moltiplicando i recuperi e le giocate decisive.
Sono ancora fermo alle impressioni perché non riesco davvero a spiegare come abbia fatto il Sor Presa in così poco tempo a dare molto più di un senso compiuto a un gruppo composto certamente da gente seria ma che non vale – per completezza e alcune individualità – Inter, Napoli, Milan e Juve.
Eppure dopo dodici giornate la Roma è davanti in campionato e in coppa è riuscita a recuperare numerose posizioni dopo un inizio decisamente sfortunato.
«Niente spari superflui, solo quelli che uccidono», quella volta Dotto centrò il punto e so per certo che a Gasperini questa frase piacque tantissimo.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni











