,L’agente di Edoardo Bove, Diego Tavano, ha parlato del disegno di legge che porta il nome del suo assistito e non solo:
Parliamo di Edoardo Bove. Si spera di vederlo tornare sul terreno di gioco ma al momento lui è impegnato nel salvare vite di fatto perché ha presentato comunque la legge sul primo soccorso che porta il suo nome… “Sì, intanto grazie per l’introduzione, il film Jerry Maguire mi è stato di ispirazione, non è solo per Edoardo ma per tutti i miei ragazzi. Mi sento poco un procuratore, mi sento molto un talent scout, una persona che sta vicino ai ragazzi e così ho fatto per Edoardo. Sia nei momenti belli, ce ne sono stati tanti e spero ce ne saranno ancora tantissimi e anche in quelli meno belli. È evidente che ormai siamo a un anno da quello che è accaduto. Abbiamo scelto questo anno di stand by, di fare cose serie, importanti, quindi non lasciare nulla al caso. Secondo me il progetto più importante che stiamo perseguendo è quello di questo disegno di legge ideato dal senatore Marco Lombardo che ringrazio ancora, del gruppo misto, e che ha un valore un po’ trasversale perché è un disegno di legge che va a abbracciare più partiti, dalla sinistra, dalla destra, dal centro, non ha colore. Per questo ci siamo impegnati, per questo riteniamo che metterci la faccia sia davvero importante e per questo stiamo mettendo tutti noi stessi per far sì che questo disegno di legge diventi legge a tutti gli effetti. Sicuramente ora dipende dal governo, spero che non si inventino niente. Le cose stanno andando avanti, è chiaro che c’è un fattore economico che incide sulla manovra che dovranno fare per circa 20 milioni, ma vi posso dire che 20 milioni valgono molto meno di tantissime vite che si potrebbero salvare. Se voi pensate che 65.000 persone ogni anno muoiono per mancanza di interventi tempestivi, di primo soccorso, questo è un numero importante. Se voi pensate che ogni 7 minuti una persona in Italia muore per arresto cardiaco, anche questo è un numero che fa sensazione, ci dovrebbe toccare. E soprattutto il 75% delle persone che hanno un arresto cardiaco ma sono tempestivamente aiutate e soccorse si salva, quindi è una percentuale altissima. Questo vuol dire che dobbiamo assolutamente allinearci a quei paesi dove è stata introdotta l’obbligatorietà della formazione di primo soccorso, per esempio nelle scuole e nelle scuole guida”.
In questo caso Edoardo Bove ha una voce importante quindi raggiungerà sicuramente più test e più cuori… “Il fine è quello, è un paradosso, non dovrebbe servire Edoardo, dovrebbe essere la normalità così come lo è nei paesi scandinavi e in altri paesi. Qui probabilmente c’è sempre bisogno di un boost che in questo caso è il volto di Edo e dispiace che non è stato capito prima. Il fine è quello di mettere più salvavita possibili ovunque perché comunque una cosa da fare sicuramente è portare l’iva dei defibrillatori dal 22% al 5% perché in questo momento il defibrillatore ha l’iva al 22% come un telefono, come un rasoio, come un frigorifero. E’ uno scandalo, questo è un dispositivo salvavita e quindi dovrebbe avere delle agevolazioni diverse. Ma comunque non bisogna mollare e io veramente sono fiducioso che il governo porti avanti questa causa di Edoardo che ti correggo, prima hai detto questa nuova versione di Edoardo, in realtà Edoardo è quello, è questo tipo di persona. Anche da calciatore, è sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle e che ha sempre pensato al prossimo e non è mai stato egoista, ricordo sempre la famosa bottiglietta in testa durante il derby dove lui poteva stare giù per 5-10 minuti, invece si è rialzato, l’ha spostata ed è uscito”.
Di Edoardo Bove di quanto fosse un ragazzo speciale ne parlò anche un certo Daniele De Rossi che proprio in relazione alle sue figlie disse se dovessi scegliere, se non va derrata fu lui, dire un principio azzurro ideale per le mie figlie e scegliere Edoardo Bove quando ci fu poi dopo la partenza di Edo… “Sì è vero, Daniele disse questa cosa, se l’avesse scelto pure per il campo magari… È stato un periodo particolare della Roma, molto particolare, alla fine chi gestisce i club a volte fa proprio la differenza. In quel momento la gestione era da rivedere, sicuramente da rivedere. Spezzo una lancia a favore di Daniele che non ha mai chiesto la cessione definitiva di Edoardo ma poi chiaramente per come si era messa in quel momento era la cosa più giusta e poi trovammo noi la strada perché la strada che volevano per noi sarebbe stata diversa ma siamo stati bravi a combattere fino all’ultimo secondo e continuiamo a combattere”.
Tu prima ci hai detto “non mi sento procuratore”, nel senso tu curi più l’aspetto completo del calciatore, gli stai vicino anche nei momenti di difficoltà. Tanti ex calciatori quando nominano questa professione sembra come se avessero un rigetto ad oggi, nel senso che i procuratori vengono visti in maniera un po’ più come dire “cattivi” rispetto a tempo fa, come se adesso fosse troppo centrale nel calcio il ruolo del procuratore. C’è qualche tu collega che non si comporta proprio benissimo? Senza fare nomi”… “Guarda, sul tema potrei scrivere un libro. Però il tema è, io devo stare bene, per stare bene non mi devo sentire un procuratore, mi devo sentire una persona che affianca e combatte con l’atleta che ha vicino, lo faccio nel mondo del calcio e lo faccio nel mondo della MotoGP e ci sto riuscendo, e questa è la cosa che a me fa star bene. Purtroppo non mi riconosco in questo mondo pienamente perché ormai è solo business, e purtroppo, ecco per esempio, se prendiamo la MotoGP, dove lì si va avanti solo per merito, io mi ci ritrovo benissimo. Io seguo Fabio Di Giannantonio, adesso ho iniziato a seguire altri due piloti, uno in Moto2, uno in Moto3, insomma sto crescendo in quel mondo, ma perché mi ci trovo bene. Perché lì è merito, merito assoluto e quindi faccio un lavoro pulito, sto vicino a loro, consigli, parte legale, contrattuale, sponsorship. Nel calcio ci sono troppi fattori esterni, vi faccio un esempio, magari serve un centrocampista, ma io ho meno rapporto con quel direttore rispetto a un altro e c’è un altro procuratore che magari ha un calciatore meno forte del mio, ma viene scelto quello suo. Questa cosa va a ledere al club, va a ledere i tifosi, e questo purtroppo succede spesso. Perché non c’è il merito assoluto, mentre nella MotoGP, quel decimo di secondo fa la differenza e quindi determina la bravura di un pilota o meno, nel calcio è “No per me era più forte lui” chissà come mai. Faccio un esempio proprio del mio credo, io ho un ottimo rapporto con la Roma, ormai da tanto tempo, soprattutto con questa società, con questa Presidenza, anche perché per la loro passione mi hanno permesso di far sì che oggi che DiGia oggi sia un ambassador AS Roma, ma quando l’anno scorso ho dovuto litigare anche a brutto muso per Edo, ho litigato, mi è interessato questo, mentre tanti agenti cercano di preservare il rapporto con la propria società, invece io mi metto la maglia del mio atleta, quindi in quel momento non guardo in faccia a nessuno, ecco perché mi riconosco in Jerry Maguire, perché è quello che faceva lui. Per me valgono loro, io con te vado in guerra ovunque, nel bene e nel male, è un mio credo, è quello che mi fa stare bene, è quello che voglio continuare a fare“. (…)
Hai parlato di Gasperini prima. Quali progressi vedi in questa Roma? Qual è il reparto secondo te che ha bisogno di un rinforzo, oltre chiaramente a quello offensivo e si cerca disperatamente questa prima punta? “Non mi permetto di dire quello che deve fare un direttore sportivo, il direttore sportivo in questo caso della Roma. Sicuramente posso dire due cose. Gasperini è un grande allenatore. Secondo me c’è molto di lui in queste posizioni di vertice. Su questo non ho dubbi. Ripeto, già lo conosco da tanto tempo. Sono grato a lui perché Sebastian De Maio si consacrò all’epoca anche per i suoi dettami tecnico-tattici. La seconda cosa che dico è che secondo me bisogna avere pazienza perché questa è una squadra che può fare molto bene e questa finestra di mercato sarà una grande occasione per poter mettere un paio di innesti importanti per cercare di vincere perché questo gruppo ha tutto per fare bene e questa è una società anche solida“.
Quale potrebbe essere quest’anno l’obiettivo della Roma? “Io dico che sognare è lecito sempre quindi perché non provare ad andare avanti ovunque in tutte e tre le competizioni. Sicuramente non snobbare la Coppa Italia perché all’inizio si snobba un po’ sempre poi si arriva a vedere a finale e impazzisci. L’Europa League, che ve lo dico a fare, sarebbe bellissimo quello che c’è stato mal tolta all’epoca. Il campionato anche, perché no? Perché non vedo squadre assurde quest’anno. Non a caso ci sono cinque squadre (quattro, ndr), mi sembra, in due punti. Per questo dico che questa può essere una bellissima occasione per questo mercato”.
Un tuo pensiero su Ghilardi? “Non do mai pensieri sui calciatori. L’ultima volta che l’ho fatto litigai con Walter Sabatini. Sicuramente è un giovane di prospettiva. Poi sapere se è da Roma o no lo lascio dire agli addetti ai lavori, e al mister e a voi che giudicate là fuori”. (…)
FONTE: Cetro Suono Sport – Quelli che la Roma











