I giorni della Champions, davanti gli occhi come un match point—o un qualcosa che tanto ci assomiglia — da giocarsi sabato a Torino contro la Juventus. Ma pure le due settimane che portano a Joshua Zirkzee. Che “devono” portare all’olandese, come tempistica: se così non sarà, si andrà su altri obiettivi. Sono i due tavoli della Roma, campo e mercato viaggiano paralleli. E quasi si toccano, perché le ambizioni si misurano dentro e fuori dal campo. Questo è. E così si spiegano le parole di Gian Piero Gasperini, che (…) ha detto: «Massara conosce benissimo il mio pensiero e si farà trovare pronto sul mercato. La Roma così è forte, perché questo dice la classifica, ma non può smettere di guardarsi intorno». E si potrebbe aggiungere anche un’altra dichiarazione dell’allenatore: «Il quarto posto? Certo che sarebbe un grande risultato, ma non firmo mai. Perché al meglio e al peggio non c’è limite».
C’è una voglia diffusa di spostare sempre più avanti i limiti della Roma. È bene infatti fissare qualche passaggio. Gasperini e Massara sono d’accordo su tutto, intorno a Zirkzee. Qui non ci sono distanze: lo dice la logica, se non bastassero le notizie. I Friedkin hanno dato il via libera a un investimento elevato, in questo mercato: vuol dire credere profondamente nel tipo di lavoro che si sta svolgendo e nei risultati che si possono raggiungere. Per prendere Zirkzee, ormai s’è capito, servirà impegnarsi per almeno 35-40 milioni, insomma non un’operazione da mordi e fuggi: (…).
E s’è capito pure che il Manchester United preferirebbe la cessione solo dopo la Coppa d’Africa. È una tempistica che non fa impazzire nessuno, ma che è ragionevolmente accettata. A una condizione, e anche qui Gasp e Massara sono d’accordo: che l’affare venga definito in maniera positiva già all’apertura del mercato, ovvero il 2 gennaio. Tra due settimane, di fatto. Ecco perché i contatti tra Roma e Manchester in queste ore sono intensi e proseguiranno nei prossimi giorni. Altrimenti, sia Gasperini sia Massara sono concordi che sarebbe giusto lasciar perdere la pista Zirkzee e rivolgersi altrove. Ovvero a due attaccanti invece di uno: Raspadori, considerato una seconda punta, e Yuri Alberto i preferiti. C’è poi l’idea Gudmundsson, che uscirà dalla Fiorentina. E attenzione anche all’ipotesi delle ultime ore, quella di uno scambio con l’altro club di proprietà dei Friedkin, l’Everton, tra Dovbyk e Beto per una doppia cessione a titolo definitivo.
Sono giorni caldi per Massara, dunque. E caldissimi per la Roma tutta. Sabato a Torino, contro la Juventus, Gasperini ha la possibilità di giocarsi una bella carta Champions, col vento in poppa del +4 in classifica. Se quello con il Como era “un mattoncino” per l’Europa, quello contro Spalletti è un bel pezzo di muro: volare a +7 sarebbe scavare un grande solco, anche in termini psicologici, sugli avversari. Peraltro, se è vero che fin qui la Roma ha fallito tutti gli scontro diretti in ottica scudetto — ko con Inter, Milan e Napoli — è altrettanto visibile come con le rivali Champions fin qui non abbia sbagliato un colpo, tra Bologna e Como. Gasperini sa come fare, insomma. E non ha paura di rinforzare il vento dell’entusiasmo, con quell’«io non firmo mai»: (…).
FONTE: Il Corriere della Sera – D. Stoppini











