«Se la Roma vuole tenermi sa bene cosa deve fare». Manolas usa il copia e incolla per mandare un altro messaggio al club. Le sue parole, rilasciate ieri a Premium Sport dal ritiro della Grecia, sono molto simili a quelle usate negli ultimi anni da Benatia e Pjanic. Il finale, di quelle due storie, è noto a tutti. Per evitare la cessione di Manolas bisogna mettere mano al portafoglio e adeguare il contratto che oggi recita 1,8 milioni a stagione (Juan Jesus ne prende 2,2, Vermaelen 3).
Il rinnovo del difensore però è uno dei tanti nodi non sciolti da Pallotta nonostante sia in agenda da più di un anno. Gli altri riguardano il futuro di Totti, De Rossi, Spalletti, Strootman e Nainggolan ma anche di giocatori di cui non si è parlato come Emerson (che oggi percepisce meno di Lobont) e Rüdiger. «Il mio futuro è nelle mani della Roma. Se vogliono tenermi sanno cosa devono fare, se vogliono vendermi io non posso farci niente», ha proseguito Manolas ribandendo quanto già espresso nei giorni scorsi dal suo procuratore che nel frattempo conta le offerte. Oltre all’Inter disposta a mettere sul piatto 30 milioni, ci sono Liverpool e United. Un’asta che potrebbe portare alla Roma i soldi necessari a Monchi per ricostruire la rosa partendo proprio dal sostituto di Manolas ovvero Caio del San Paolo.
Sulla possibilità di trasferirsi in Inghilterra la pensa diversamente Nainggolan che ha detto di non gradire la pioggia di Londra. E qui ecco il consiglio di Kostas: «Radja deve abituarsi anche a quella, se vuole giocare nelle squadre più forti al mondo. Lui può farlo perché è un fenomeno. Noi in questo momento non siamo all’altezza di Barça, Bayern e Real Madrid, dobbiamo dire la verità». Impossibile smentirlo, ma il pensiero del greco non è piaciuto a Trigoria. Un’altra verità riguarda gli obiettivi: «È difficile dire che puntiamo allo scudetto, la Juve è molto forte e non perde un punto. A -8 è dura, il nostro obiettivo è andare in Champions e ribaltare il risultato in Coppa Italia: siamo più forti della Lazio».