Sembrano davvero uguali, fisicamente ma anche tecnicamente. O, almeno, Koné e Khephren Thuram si assomigliano così tanto da diventare quasi dei cloni. Manu Koné, ad esempio, da due anni è il vero punto fermo del centrocampo della Roma, l’uomo che in mezzo al campo mette l’energia e l’intensità che serve per risolvere tante situazioni. Il centrocampista francese di Gasp in campionato non ha saltato neanche un minuto, giocando tutte e 15 le partite dall’inizio alla fine. E molto probabilmente sarà cosi anche domani sera a Torino, considerando che la Roma in mezzo al campo deve fare a meno anche di El Aynaoui (che domenica esordirà in Coppa d’Africa, la gara iniziale è Marocco-Comore).
La stagione di Manu finora ci parla di un 90,5% di passaggi riusciti (661 sui 730 effettuati), sinonimo anche di una crescita dal punto di vista della tecnica e della pulizia dei passaggi. Di cui 15 sono quelli chiave, quelli che hanno portato alla nascita di un’azione poi potenzialmente pericolosa. Koné nel sistema di Gasperini è l’uomo delle transizioni, quello che trasforma le azioni da difensive in offensive, il classico giocatore da box to box. [Da quando è arrivato a Roma è cresciuto tanto anche a livello di personalità, di carattere. E anche di leadership, un aspetto che gli ha permesso di diventare titolare della nazionale francese.
Dalla gara di lunedì scorso con il Como El Aynaoui non è però più a disposizione ed allora a Manu toccherà fare gli straordinari, giocando non solo in campionato ma anche nelle coppe (a gennaio ci sono le sfide di Europa League contro Stoccarda e Panathinaikos e quella di Coppa Italia con il Torino).
FONTE: La Gazzetta dello Sport











