Ci sono le parole. E poi ci sono i fatti. Ferguson in questo momento è il miglior attaccante a disposizione della Roma. Con Dovbyk recuperato solo in extremis e con Dybala sulla trequarti, l’irlandese ha fatto la differenza contro il Genoa. Il gol di rapina e l’assist per Koné all’Olimpico hanno certificato che è quantomeno in palla in questo stranissimo inverno, dove segna, fa segnare, senza però riuscire a fermare le ombre di un’interruzione del prestito a gennaio. Voci che ha allontano a fine gara: «Io vado a testa bassa e lavoro duro. Quando ho l’opportunità di giocare devo dimostrare quello che valgo e ci sono riuscito. La mia idea del calcio italiano? È molto diverso. Per me è stato un salto importante, ma è un’esperienza che volevo provare. Sto continuando a crescere e mi sto ambientando sempre di più».
Magari non è ancora un nome di grido alla Zirkzee, non è esploso definitivamente, ma lì davanti sa fare la differenza. Contro il Genoa però è arrivata la conferma della conferma. Nello specchietto retrovisore, del resto, aveva la doppietta contro il Celtic, la buona prestazione contro il Como e lo spunto dal quale è nato il gol di Baldanzi con la Juventus. Lì a Torino era entrato in corsa, dopo la scelta di Gasperini di giocare inizialmente con Dybala falso nove. Subito dopo è nato il tormentone “tutta la vita Dybala”, che poi Gasperini ha smorzato, sottolineando che non era una frecciatina diretta a Ferguson, ma il discorso riguardava l’argentino e la sua condizione fisica(…).
Ieri sera Evan ha ritrovato la maglia da titolare e anche la prima rete dentro l’Olimpico, visto che l’altro gol in campionato era arrivato nella trasferta di Cremona. La gioia in casa l’aveva sfiorata più volte, ma stavolta ha fatto centro, esaudendo le richieste dell’allenatore. Perché Ferguson è entrato con tutta la cattiveria del mondo dentro quella porta. Gasperini l’aveva spronato a modo suo: «Ferguson deve fare una bella cosa. La deve mettere sul piano della fame, della voglia di arrivare, di capire dove è». (…)
Dybala è scalato dietro e Ferguson si è fatto trovare pronto, diventando un valore aggiunto nella manovra offensiva della Roma. Prima di festeggiare il tris era andato vicinissimo al raddoppio con una botta di controbalzo in diagonale che Sommariva ha neutralizzato. La prestazione di Ferguson è stata da numero 9 vero. Certo, non tutto è andato nel verso giusto. Nella ripresa ha sprecato una buona chance e poi ha fatto infuriare Gasperini per un appoggio sballato spalle alla porta. L’allenatore, passata la rabbia, ha continuato a parlare a bordocampo. Una scena particolare. Voleva di più, voleva sottolineare cosa doveva fare Evan in maniera diversa. In ogni caso contava vincere, crescere (…) e Ferguson non ha steccato da titolare. Nel finale ha lasciato il campo a Dovbyk. Era sfinito. Mancavano cinque minuti alla fine. Ferguson si è diretto verso la panchina scambiandosi un cinque con Gasperini. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia











