Un tempo a rallentatore, poi la Roma di Spalletti accende il turbo e passa sopra l’Udinese. L’esordio in campionato è più positivo nel risultato che per la prestazione complessiva, ma questo serviva in una gara schiacciata in mezzo alla doppia sfida col Porto in Champions che segnerà tutta la stagione della squadra giallorossa. Quattro gol segnati, nessuno subìto e un pieno di fiducia in vista di martedì.
SEGNALI – Risposte sparse dal pomeriggio dell’Olimpico. Dzeko c’è, gioca bene come in Portogallo e stavolta scrive il suo nome anche nel tabellino, dettaglio non da poco per un centravanti alla ricerca della riscossa dopo aver anche provocato il rigore che spacca definitivamente la partita. Perotti non può stare fuori da questa squadra. In Champions è uscito dal campo al momento dell’espulsione di Vermaelen e i giallorossi non sono quasi mai ripartiti. Ieri è entrato dalla panchina e ha trasformato la partita. Bruno Peres promette bene, Paredes ha la personalità per ritagliarsi un ruolo da protagonista ma deve crescere, Strootman (capitano di giornata) sta tornando, il portiere titolare non c’è: ieri ha giocato Szczesny, la prossima chissà. Salah e Nainggolan non sono una novità: quando si accendono loro, la musica cambia.
RODAGGIO – La vera domanda del post-partita è: qual è la vera Roma? Tra primo e secondo tempo la differenza è stata abissale. Lenta, impacciata, a corto di fiato e senza le giuste distanze fra i reparti quella di partenza. Se Zapata avesse sfruttato meglio una ripartenza poteva mettersi male (bravo il portiere gaillorosso a chiudere l’angolo), mentre dall’altra parte si è visto solo un tiro centrale di El Shaarawy e una girata sfortunata di Nainggolan. Nella ripresa Salah e Perotti hanno dato il cambio di ritmo, hanno stravolto lo spartito, ma senza un rigore generoso conquistato con astuzia da Dzeko chissà quando e come gli uomini di Spalletti l’avrebbero sbloccata. Perotti ha trovato la prima doppietta in giallorosso col bis dal dischetto, stavolta per fallo netto sull’imprendibile Salah, Dzeko e l’egiziano hanno completato la festa.
CANTIERE DIFESA – Le difficoltà maggiori emergono quando il pallone ce l’hanno gli avversari. Vermaelen è ancora parecchio indietro, fuori tempo su tutti i palloni alti contesi a Zapata e, in generale, meno presente di Manolas. Peres deve inserirsi, Emerson è acerbo e senza alternative di ruolo disponibili al momento. Se manca lo «schermo» di De Rossi, poi, diventa tutto più difficile.
BIVIO IMMEDIATO – Spalletti avrà solo 48 ore per mettere insieme tutti i pezzi e giocarsi la Champions. Ieri ha cambiato cinque undicesimi della formazione di Oporto, martedì non avrà lo squalificato Vermaelen e vanno verificate le condizioni di Manolas e Paredes. Inutile contare troppo sulla spinta del pubblico: di 31mila paganti, in realtà erano meno, la Curva Sud vuota per metà non canta più, i cori partono solo dai Distinti. L’Olimpico, ormai, è questo.