L’arrivo di Monchi?
“Io ho avuto modo di conoscere Monchi quando portammo a Siviglia sia il terzino Adriano, poi finito al Barcellona sia per Maresca. Poi abbiamo avuto altri contatti per alcuni giocatori che poi non sono arrivati. È un direttore fra i più preparati, intelligenti e accorti. Ha una dote innata di furbizia che serve in questo mestiere”.
Convivenza con Massara? “Come lavoreranno assieme bisognerebbe chiedere a lui visto che Monchi ha uno stile molto preciso, ha un suo metodo e un suo staff. Mi spiace per Massara che reputo fra i direttori sportivi giovani più preparati però Monchi è un numero uno e ha fatto la fortuna del suo club”.
Che Roma si aspetta? “Monchi ha saputo cercare giocatore ovunque dal Sud America alla Francia e all’Italia. Non ha uno schema fisso, ma un metodo di lavoro collaudato che porterà a Roma”.
Roma è la città giusta per lui? “Fino a ora la società ha dato grande libertà ai propri direttori sportivi e credo che farà lo stesso con Monchi. Poi dipenderà dal budget che metteranno a disposizione del direttore, perché nel calcio moderno ci vogliono i soldi. È vero che a Roma non c’è grande pazienza anche perché il club è molto che non vince nonostante la nuova proprietà, però la scelta di Monchi è indicativa perché arriva un uomo che sa operare sul mercato facendo ricca la propria società d’appartenenza come si è visto a Siviglia. È una scelta mirata anche se i tifosi dovranno avere almeno un paio di anni di pazienza consapevoli che poi potrebbero arrivare dei successi come a Siviglia dove ha vinto tre coppe europee”.