Il modo di lavorare di Monchi?
“È un professionista. Tutti lo sanno. Si tratta di qualcuno che lavora duro, che mette la sua vita nel suo lavoro e i risultati parlano per lui. Ho avuto la fortuna di essere in contatto con lui per un bel po’ di tempo, ci sono stati i primi contatti quando avevo 17 anni. Lavora con una gruppo di reclutamento di altissimo livello. Quando avevo 17 anni, ci furono già almeno venti segnalazioni su di me”.
La sua partenza sarebbe una perdita colossale per Siviglia? “Sì, sicuramente, perché è uno dei migliori al mondo. Così, inevitabilmente, quando si perde qualcuno che non dovrebbe mai andare via, sarebbe difficile da sostituire. Ma c’è anche una grande cellula di reclutamento dietro Monchi. Persone pronte a prenderne il posto, anche se Monchi è il nome. Sono il simbolo del Siviglia. Vedere qualcuno di loro lasciare il club sarebbe uno spreco”.