Ai calciatori della Roma capita spesso, dal ritiro delle rispettive nazionali, di lasciarsi andare a qualche libertà verbale di troppo. Non è stato il primo e non sarà l’ultimo, Kostas Manolas, che qualche giorno fa, dopo una gara della Grecia , ha «consigliato» dai microfoni di Mediaset a Radja Nainggolan di abituarsi alla pioggia «se vuole giocare nelle squadre più forti del mondo». Un suggerimento che pochi ovviamente, tra i tifosi ma anche in società, hanno gradito. Per questo ieri è arrivata, puntuale, la precisazione. «Non ho mai detto – le parole del difensore a Sky – che Radja deve andar via perché la Roma non è un grande club, altrimenti non sarei qui. Ho solo detto che lui è un top player e può giocare ovunque. Ma sono cose sue, non lo spingo e non devo dirgli dove andare». Se non è un gran dispensatore di consigli per gli altri, Manolas ha fatto rumore anche quando ha parlato de suo futuro («è nelle mani della Roma, loro sanno cosa devono fare per tenermi ma se vogliono vendermi non posso farci niente»), legato a un prolungamento promesso ma mai arrivato. «Cosa farò lo sa solo Dio, anche se ogni giorno leggo che andrò all’Inter, alla Juventus, all’Arsenal, al Real, al Barcellona o al Psg. La realtà è che ho due anni di contratto con la Roma e darò il 110% per fare bene qui. Lo prometto». Meglio concentrarsi sul presente, quindi, e ragionare giorno dopo giorno. Il primo impegno sarà quello con l’Empoli di domani sera. «I toscani giocano bene, anche se sono nelle parti basse della classifica, e noi possiamo solo vincere. Ho un brutto ricordo dell’andata, abbiamo pareggiato e mi sono rotto il naso, peggio non poteva andare. Adesso servono solo i tre punti. Il modulo? Mi trovo meglio con la difesa a quattro».
Nessuna polemica però con Luciano Spalletti, che lo ha fatto crescere come calciatore e come uomo. «Un grande tecnico, mi ha insegnato a credere sempre nella vittoria». Anche quando sembra un’impresa impossibile, come la rimonta sulla Juventus in campionato e quella in Coppa Italia contro la Lazio, in uno stadio che finalmente sarà pieno come ai vecchi tempi. «Speriamo di riuscire a vincere un titolo in questa stagione: abbiamo una rimonta difficile in coppa e in campionato otto punti dalla Juventus sono tanti, ma noi ci crediamo. Con il Lione dovevamo passare, ma la palla non è entrata: sono sicuro che se giocheremo così il derby ce la potremo fare. E poi avremo finalmente i nostri tifosi: la notizia della rimozione delle barriere mi ha fatto piacere, leggo che lo stadio sarà pieno e questa sarà una spinta in più per noi. Per chi tifo domenica tra Napoli e Juventus? Per nessuno». Si prepara al derby (con l’Empoli toccherà a Mario Rui) anche Emerson Palmieri, vera rivelazione della stagione e da poco convocabile nella nazionale di Ventura. «Per me sarebbe un onore – ha detto al profilo Facebook della società, rispondendo ai tifosi – essere accostato alla maglia azzurra. Dopo l’avvio non facile, l’unica cosa che potevo fare era lottare. E così ho fatto».