Si sono visti in gran segreto negli uffici della giunta regionale sulla Cristoforo Colombo. Dove a metà pomeriggio il vicesindaco Luca Bergamo e il neo-assessore Luca Montuori hanno raggiunto il titolare dell’Urbanistica laziale Michele Civita per cercare di evitare il bis dell’ultima conferenza dei servizi, quando lo scontro fra il governatore Zingaretti e la sindaca Raggi ha rischiato di far saltare tutto per aria. Ecco perché la prima cosa che hanno fatto Bergamo e Montuori è illustrare a Civita le linee guida sullo stadio della Roma approvate in giunta all’ora di pranzo. Una forma di cortesia che però nasconde molto di più: l’intenzione di strappare il via libera anticipato a una ulteriore proroga della conferenza dei servizi, la cui chiusura – in assenza di una nuova delibera di pubblica utilità varata dall’assemblea capitolina – è fissata per il 5 aprile. Dove il Comune si presenterà comunque, ma con il solo atto di giunta, nella speranza che basti a ottenere la prosecuzione dell’iter. Chiara dunque la missione dei due “ambasciatori” del Campidoglio: esercitare una sorta di moral suasion su uno degli attori principali del dossier Tor di Valle. L’unico in grado di impedire la prima grande vittoria politica dell’amministrazione cinquestelle: mettere la firma sull’arena giallorossa, dopo l’affossamento del progetto Marino.
Il problema è però che nelle linee guida – avrebbe eccepito l’assessore Civita – mancano tutti gli elementi di dettaglio: dal documento non si riuscirebbe cioè a capire né quante, né quali siano le infrastrutture a supporto dello stadio, né l’ammontare dell’investimento privato che giustificherebbe la pubblica utilità. Ma siccome l’intenzione della Regione non è certo quella di ostacolare la realizzazione di un’opera che porterebbe soldi e lavoro alla città, si starebbe facendo largo l’ipotesi di aspettare che l’assemblea capitolina approvi la nuova delibera sostitutiva (contenente la variante urbanistica necessaria a concludere la conferenza dei servizi decisoria), per poi verificare la compatibilità con quella precedente, soprattutto in relazione alle opere di viabilità e ai trasporti. Se tuttavia l’apporto dei privati sulle infrastrutture dovesse evaporare o ridursi in maniera sostanziale, la conferenza dei servizi si chiuderebbe in maniera negativa e l’iter dovrebbe ricominciare daccapo. Esattamente ciò che Bergamo e Montuori vogliono evitare. Temendo due cose. Che, senza una scadenza da rispettare, i consiglieri grillini ricomincino a mettersi di traverso. E che la Roma possa a quel punto perdere la pazienza e scappare. Da qui la necessità di raggiungere un pre-accordo con la Regione. Ma a palazzo Senatorio restano ottimisti. «Abbiamo rispettato i tempi, la giunta ha approvato le nuove linee guida, che porteremo il 5 aprile alla conferenza dei servizi. Come avevano detto, sia gli assessori che i consiglieri, procediamo secondo la tabella di marcia prevista», esulta l’assessore allo Sport Frongia. La conferma ufficiale che si tratta di una mossa per prendere tempo: utile a consentire ai proponenti di chiedere – e probabilmente ottenere – il proseguimento della conferenza dei servizi. Pronti in ogni caso a ripartire, se pure alla fine non dovesse accadere, con un iter più snello e accelerato nel giro di poche settimane.