Il presente sono l’Empoli stasera (ore 20.45 allo stadio Olimpico) e la Lazio martedì nel ritorno della semifinale di Coppa Italia (andata: 2-0 per la Banda Inzaghi). Però c’è anche il futuro della Roma, perché le squadre si costruiscono mesi prima e per questo – nell’attesa che Spalletti decida il futuro, che anche ieri ha legato alla vittoria di un titolo – il presidente Pallotta ha scelto il nuovo d.s.: lo spagnolo Monchi. Ieri, dopo una vita a Siviglia, prima come giocatore e poi come dirigente, Monchi ha salutato. Il presidente Castro, in virtù di tutto quello che il d.s. ha fatto per il club, portato a tre vittorie consecutive in Europa League, mentre la Roma americana non ha ancora vinto niente, ha cancellato il pagamento della clausola: «Monchi l’ha pagata con il lavoro. Ha ricevuto una proposta a cui non si poteva dire di no e glielo abbiamo concesso». Era il giorno dei saluti e Monchi, con classe, ha negato di aver messo nero su bianco con la Roma per lasciare la scena al Siviglia.
«Ho il bisogno di cambiare, capita a tutti nella vita. Il club ha fatto grandi sforzi per tenermi, ma non è una questione economica. Non ho firmato con la Roma, ma è vero che è il club che ha mostrato più interesse per me. Sono stato a Londra e mi scuso pubblicamente. Ho sentito il loro progetto e nient’altro». Lavorerà con Spalletti? Possibile, non sicuro. L’accoglienza dell’allenatore è stata freddissima: «Io non ho parlato con la società di niente. Il mio d.s. è Ricky Massara. Bisogna avere rispetto per quelli che hanno lavorato bene. Ho avuto due direttori, come Sabatini e Massara, e quest’ultimo è una persona squisita e si intende di calcio. È una qualità da non disperdere, altrimenti sarà qualcosa che poi mancherà alla Roma. Monchi? Mi dicono che è un grande professionista». E, soprattutto, uno che in Europa ha molti «tituli».