“Mi da fastidio essere uscito e aver perso la qualificazione. Questa partita è stata determinata da quello Che è stato il risultato dell’andata. Avevamo iniziato col piglio giusto, bisognava esser bravi a sfruttare quello che sarebbe passato, è difficile creare moltissimo contro una squadra che si mette lì dietro con 3 centrali fisici. Noi abbiamo creato un paio d’occasioni che potevano determinare qualcosa in più, se le avessimo sfruttate sarebbe venuta fuori un’altra partita”
Porto, Lione, Lazio. Alla Roma cosa serve per fare lo step verso la vittoria? “Bisogna solo aver pazienza e lavorare, ci sono i presupposti. La squadra a volte commette errori ed ingenuità, sul secondo gol ci siamo fatti trovare lunghi e larghi sbagliando un fuorigioco che non si poteva fare. La testa in qualche momento non ha avuto quella continuità che deve avere in fasi così importanti. Non ci è andata bene se vediamo la partita col Lione e in questo doppio confronto se vediamo gli episodi. Dobbiamo dare continuità a questo lavoro e portare in fondo una classifica importante, perché in questi momenti fondamentali da te citati c’è anche la posizione di classifica, sia la nostra che quella della Lazio. I risultati dicono questo, il lavoro nel pacchetto dei 18 mesi è evidente e viene fuori, ci sono dei numeri che vanno portati a casa per riempire un’analisi che ci vede in una classifica importante con squadre forti e che quando sei partito eri distante molti punti. Ora siamo insieme al Napoli, 18 mesi fa eravamo a 12. Hanno venduto Higuain ma comprato giocatori forti, la stessa cosa bisogna fare noi. Se poi nella partita fondamentale c’è l’episodio che ti gira contro o che non riesci a sfruttare, oppure abbassi il tuo livello solito, non è che salta per aria tutto. Si tira una riga. Ci ho provato ma non ho mai potuto incidere sul futuro e sul passato. Domani c’è da ragionare in maniera corretta, rendersi conto della realtà e rimetterci sopra con attenzione, competenza e lavoro necessari per restare nel gruppo di squadre in cima. Se si fa questo, il lavoro è fatto bene ugualmente. E’ una sconfitta che fa male, come contro il Lione ero convinto di riuscire a passare il turno. C’era da metterci qualche uno contro uno in cui saltare l’uomo e sfondare da qualche parte, ma non ci siamo riusciti. Siamo andati lunghi e lasciato spazi a giocatori di qualità, subendo ripartenze brutte”
Cosa vuol dire ora “la linea di demarcazione”? “Ve l’ho spiegato 1500 volte, era una partita importante e carico tutto su questa partita. Adesso caricherò sull’obiettivo successivo. Il rapporto con la squadra è iniziato il primo giorno: palestra, campo, video e poi si parla. E in una settimana si parla di quello che deve essere l’obiettivo, ma nel rapporto delle intenzioni generali, chi siamo e dove dobbiamo andare, si parla tutti i giorni. Era una partita importante da caricare con peso. L’eliminazione comprende tutto, andavano sfruttati quei due tre palloni per fare gol. Prima ho detto che non dovevamo prendere il secondo gol all’andata, abbiamo forzato alcune situazioni. A livello tattico c’è il rischio di sentirsi superiori, provare a spingere e perdere equilibrio. Quello viene fuori da un lavoro costante dove a volte vai anche a sbattere il naso. A volte la partita la porti in fondo e la perdi per una bischerata”.
Il ritorno della Curva e il comportamento possono incidere sul futuro? “Questo è un valore aggiunto che significa punti. l movimento e il sentimento che ha dietro la Roma ce p’hanno in pochi. I giocatori ne hanno parlato nello spogliatoio prima di arrivare a questa partita, ci tenevano non solo perché è la loro professione, ma anche in riferimento alla presenza dei nostri tifosi. Dispiace che il loro rientro coincida con l’eliminazione, ma se loro stanno vicino alla squadra diventiamo ancora più forti di quello che abbiamo fatto vedere quest’anno. Se basta o non basta, quello che abbiamo fatto ce lo diremo in fondo”