«Lo scudetto? Credo a tutto, finché la matematica lo consente». Aspettava una reazione, Luciano Spalletti, per cancellare in fretta l’eliminazione in Coppa Italia. Il 3-0 di Bologna è stato la risposta migliore. «Venivamo da due sconfitte molto brutte – le parole del tecnico – per questo vanno fatti i complimenti alla squadra. Abbiamo vinto una partita delicata che poteva portarci sulla cattiva strada, dovevamo assorbire il contraccolpo e reagire: siamo stati reattivi, perché la Roma non si deve far turbare da un risultato negativo». Del futuro non parla (Roberto Mancini era presente in tribuna) ma la sua posizione sembra meno rigida rispetto al «resto solo se vinco» di qualche tempo fa, soprattutto perché i numeri sono dalla sua parte: nel girone di ritorno la Roma è la squadra che ha fatto più punti (30 contro i 29 della Juventus) ed è a più 8 rispetto alla stessa giornata dello scorso campionato.
«Non abbiamo ancora la qualità nei cambi che ha la Juventus – spiega ancora il tecnico – ma non siamo stati fortunati. Erano anni che non si rompevano quattro crociati (due volte Florenzi, Mario Rui e Ruediger, n.d.r.) nella stessa stagione. Negli ultimi 18 mesi abbiamo fatto 7 punti meno di loro, dobbiamo finire il campionato in maniera corretta perché finora (ride, n.d.r.) abbiamo fatto ridere. Sette gare possono determinare tutto, se facciamo bene, l’annata prende un sapore, nonostante le sconfitte dolorose. Poi, alla fine, si tireranno le somme». Chi le somme potrebbe tirarle già è Edin Dzeko, che ha timbrato il cartellino per la trentaquattresima volta in stagione, la ventiquattresima in campionato. «Dobbiamo crederci fino alla fine – le sue parole – Possiamo attaccare il primo, abbiamo ancora lo scontro diretto contro la Juventus da giocare in casa. Abbiamo fatto degli errori ma la federazione non ci ha aiutati prima della gara con il Lione: non si possono giocare tre partite fondamentali in sei giorni».