Spalletti, lunedì pomeriggio, si è spostato a Milano. Niente di segreto, ma viaggio alla luce del sole e programmato con largo anticipo, per partecipare a un’iniziativa benefica. La stessa Roma Radio, da Trigoria, ha subito chiarito il motivo del blitz, in precedenza non pubblicizzato, anche per scolorire il giallo di chi ha subito accostato la presenza del toscano in città alla voglia dell’Inter di trovare al più presto il sostituto di Pioli o alla tentazione del Milan di non confermare Montella. Lucio è stato al Teatro Nuovo per la cena organizzata per festeggiare i 60 anni di Bruno Arena (del duo i Fichi d’India), evento organizzato anche per aiutare l’attore colpito da aneurisma. Le foto della serata testimoniano l’amicizia del tecnico con il comico. Non sono, insomma, da usare per negare la possibile trattativa che può nascere e decollare in ogni luogo. Pure nei migliori alberghi in zona stazione Centrale (come il Principe di Savoia, dove avrebbe alloggiato il tecnico: lì si fermano di solito i manager cinesi/rossoneri). E, comunque, non per forza all’ombra del Duomo.
LIBERA USCITA – La cronaca, dunque, prima di tutto. Raccontata, compreso il rientro in treno (ieri mattina il selfie, alla partenza da Milano, con carabiniere al fianco), attraverso immagini, sorrisi e puntualizzazioni. Il futuro di Spalletti, però, è ancora da scrivere. Perché, pur con il contratto in scadenza (30 giugno), non lo ha messo nero su bianco. Nè a Trigoria nè altrove. E la penna, perché non è più tempo di giocare, ce l’ha in mano lui. Non i suoi giocatori, come inizialmente (ora non più) volle precisare proprio il tecnico. Che, non essendo vincolato, può tranquillamente parlare con chi gli pare e piace. Del resto questo è il tempo delle proposte e degli incontri. E sulla giostra può salire chiunque, compreso chi non è libero: è successo pure a Lucio, quando nell’estate 2009, andò da romanista a Parigi per incontrare Abramovich. In questo senso il viaggio a Milano è utile per farsi un’idea di quanto può accadere nelle prossime settimane. Perché il toscano è in corsa, e non da ora, per prendere il posto di Pioli. E, da qualche giorno, è in ballo pure per sfilarlo a Montella. Il Milan, se fosse per Fassone, lo avrebbe già ingaggiato. Ma il ritardo nel closing rallenta ogni strategia della società rossonera. L’Inter, ancora indecisa sul da farsi, potrebbe aver la meglio proprio perché, se sceglierà l’attuale allenatore giallorosso, potrà chiudere in tempi brevi. Il club nerazzurro, insomma, si può aggiudicare lo sprint.
SENZA FRETTA – La Roma non fa una piega, sapendo bene che cosa l’aspetta. Con Spalletti il confronto è stato chiaro anche negli ultimi incontri e non solo quando al tavolo, anche se per una pizza offerta dal tecnico, si sono seduti addirittura Pallotta e Baldini. Fuori dal GRA, a procuratori e dirigenti, Lucio sta ripetendo di aver chiuso con il club giallorosso, a prescindere dal piazzamento finale in campionato. Che, però, è ancora da scoprire. Così come l’eventuale nuovo tecnico. Nell’elenco, in cui gli italiani hanno da sempre la maggioranza, figurano quasi esclusivamente allenatori sotto contratto: da Emery a Sarri, i primi della lista, da Gasperini a Montella. Vincenzino, domenica pomeriggio, ci ha scherzato su: «A Roma ho casa, quindi più che una panchina». Va tenuto tra i candidati: con i giovani ha dimostrato di saperci fare. Proprio come chiede Pallotta. Mancini è libero e ha già dato la disponibilità. Come Paulo Sousa che non va scartato a priori. Piace a Trigoria più di quanto raccontano in giro. I dirigenti giallorossi ne hanno parlato, dicono in Spagna e in Inghilterra, pure con Monchi. Che nell’intervista quotidiana fa qualche altro passo verso la capitale: «La Roma è la squadra più vicina, anche se nulla è ancora chiuso. La cosa non può essere già data per fatta».