Le barriere sono sparite, i Daspo e le multe no. Ieri, infatti, la misura che obbliga il Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive è scattata per 60 tifosi della Roma a una settimana dal derby di coppa Italia del 4 aprile. La causa? Corteo non autorizzato, blocco del traffico stradale e soprattutto uso di materiale esplodente. I provvedimenti, già annunciati all’indomani della stracittadina e comprensivi anche di multe da 2500 euro, sono stati resi noti ufficialmente ieri mattina dalla Questura. I fatti sono avvenuti prima delle gara durante l’afflusso degli spettatori quando un folto gruppo di tifosi romanisti ha effettuato un corteo, non autorizzato, di 600 metri tra il Ponte della Musica fino all’ingresso dello stadio Olimpico. Una “marcia” che ha causato un rilevante congestionamento del traffico anche sulle vie intorno allo stadio, generando il blocco della circolazione e dei servizi pubblici sul lungotevere. Oltre ai cori di felicità per il ritorno all’Olimpico dopo quasi 2 anni di sciopero, gli ultrà hanno esploso petardi e fumogeni causando anche lo sbandamento di alcuni centauri in transito spaventati dai boati e dalla ridotta visibilità.
Sessanta Daspo che hanno colpito diversi esponenti del tifo organizzato romanista e che potrebbero causare nuove proteste durante le prossime gare. Una misura giudicata «eccessiva» visto che non si sono registrati incidenti né coi tifosi laziali, né con le forze di Polizia. «Un corteo molto breve – ha dichiarato l’avvocato degli ultrà Lorenzo Contucci -, in una zona già attenzionata per l’ordine pubblico, che non ha fatto correre pericoli né ha provocato intralci al traffico se non per cinque minuti. I fumogeni? Sono usati anche nelle manifestazioni politiche». Durante il derby inoltre, all’interno della Curva Sud è stato immortalato dalle immagini un tifoso della Roma responsabile dello scavalcamento delle balaustre e di “atti osceni in luogo pubblico, aggravati dalla presenza di minori”. Il tifoso, non originario di Roma e con precedenti, è stato sorpreso urinare davanti a tutti e oltre alla denuncia è stato sottoposto a Daspo per 5 anni, all’avviso orale del Questore e al divieto di ritorno nel comune di Roma.