Quattrocento e non le dimostra. Sabato, contro l’Atalanta, Luciano Spalletti taglierà il traguardo delle 400 partite in Serie A, alla vigilia di Pasqua. A 58 anni appena compiuti può raggiungere altri obiettivi, con la Roma o alla guida di un’altra squadra, ma il primato assoluto di Carlo Mazzone, con 792 panchine in A, sembra difficilmente raggiungibile. Spalletti ha esordito in Serie A alla guida dell’Empoli, quando aveva solo 38 anni, era più giovane di Totti.
VERSO IL FRIULI – Dopo l’avvio in Toscana, ha lasciato la sua terra e non c’è più tornato. Ma le prime esperienze non sono state tutte positive: con Sampdoria, Venezia, Ancona (in B), Udinese, ha conosciuto esoneri e reintegri. Ma la sua carriera ha avuto un’impennata quando è tornato a Udine, nel 2002. Lasciò il Friuli quando fu chiamato da Bruno Conti per allenare la Roma. Lasciò l’Udinese a Cosmi dopo aver centrato il traguardo storico della Champions League, ma per liberarsi fu costretto a pagare ai Pozzo una penale di 400.000 euro. Spalletti è arrivato a quota 399 domenica scorsa a Bologna. Nel conto non viene considerata la partita del 18 dicembre 2002, Como-Udinese, disputata fino al 35’ della ripresa, quando fu interrotta dall’arbitro Saccani per invasione di campo dei tifosi lariani. Il Giudice sportivo decise per la vittoria a tavolino dell’Udinese per 2-0. Sul campo la partita fu interrotta sul risultato di 1-0 per i friulani, dopo che l’arbitro aveva decretato il terzo rigore in favore della squadra di Spalletti. In Serie A supera per sole sei partite Gigi Del Neri, che però ha nove anni più di lui. In comune hanno le esperienze all’Empoli, alla Roma, alla Sampdoria e all’Udinese. Così Spalletti è il “veterano” tra i tecnici che in questa stagione sono stati impiegati in Serie A.
LA SVOLTA – Da quando è arrivato alla guida della squadra giallorossa, nel 2005, la carriera del tecnico toscano è stata tutta un crescendo. Con la Roma ha collezionato secondi posti, partecipazioni alla Champions League, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Dal 2010 al 2014 ha vissuto quella che attualmente è la sua unica esperienza all’estero. Alla guida dello Zenit di San Pietroburgo ha vinto due campionati, una Coppa e una Supercoppa di Russia. La Roma rappresenta la parte più importante della sua carriera, è la squadra dove ha allenato di più, con 204 partite, 120 vittorie, 46 pareggi e 38 sconfitte. La percentuale di vittorie è alta, 56,70, inferiore (di poco) solo a quella ottenuta a San Pitroburgo (57,30). Da quando è tornato sulla panchina giallorossa la tendenza di Spalletti è stata quella di fare pochissimi pareggi: solo due in questo campionato, quattro nel girone di ritorno (da quando è tornato) di quello scorso. Dalla passata stagione ad oggi la percentuale di vittorie è aumentata sensibilmente rispetto alla me- dia della sua carriera: 65,97 per cento in questo campionato, 66,67 in quello scorso, che resta al momento il miglior parziale, in percentuale, della sua carriera.
LA TATTICA – Spalletti ha conquistato i suoi successi (e collezionato qualche delusione), costruendo squadre che praticano un calcio offensivo. Ha cambiato diversi moduli nella sua carriera. E’ partito con la difesa a quattro a Empoli, ha ottenuto grandi risultati con la difesa a tre all’Udinese, ha giocato per gran parte di questa stagione con questo modulo. La sua prima Roma giocava un gran calcio con il 4-2-3-1, quando costruì la squadra intorno al miglior Totti in chiave realizzativa. A Roma si sente molto coinvolto, anche sentimentalmente, al punto di aver accettato di tornare in una situazione che non era facile, in un ambiente nel quale aveva sentito forte la pressione anche nella prima esperienza, fino a rassegnare le dimissioni, dopo essersi lasciato convincere a prolungare l’estate precedente. Ma la sua Roma-bis può durare solo un anno e mezzo, Spalletti ha ribadito più volte che resta solo se vince un titolo. E adesso è rimasto a disposizione solo lo scudetto.