Per chi crede che la storia sia davvero ciclica, che la ruota prima o poi offre nuove vecchie opportunità, eccoci qua. Sette anni dopo. Una squadra in vetta e in corsa per il triplete, l’altra che rincorre, peraltro uscita già dall’Europa e quindi senza altri pensieri per la testa. Lì dove c’era l’Inter, ora c’è la Juventus. La Roma, sempre lì dietro a sperare. «Il futuro è quello che andiamo a giocarci adesso – ha detto al match program Luciano Spalletti, domani alla 400a panchina in Serie A –. Sono i risultati della Roma a determinare il futuro della squadra. Dobbiamo inventarcelo. Rimarremo attaccati lì, partita dopo partita. La classifica finale di questo campionato è la cosa più importante per il domani. Giochiamoci il futuro». Magari trovando una sponda nel passato. Sì che si può fare, la rimonta. Claudio Ranieri, nel 2009-10, riuscì nel sorpasso, salvo poi vanificare tutto alla curva finale del tracciato. Ma il miglior tempo l’aveva fatto. E con un assetto assai simile alla Roma di oggi.
IL CICLO – Un mese esatto: da qui al 14 maggio, giorno di Roma-Juventus, non c’è altro margine per inseguire lo scudetto. Cinque giornate di campionato: tante? Poche? Sufficienti, a credere ai corsi e ricorsi. La squadra di Ranieri, sette anni fa, impiegò giusto cinque turni, dal 28° al 33°, per portarsi dal meno sei in classifica dall’Inter – lo stesso distacco attuale di Spalletti dalla Juventus – al più uno, grazie alla vittoria in casa con l’Atalanta (a proposito di analogie). Ranieri fece bottino pieno: 15 punti in 5 gare. L’Inter di Mourinho, distratta da un esaltante cammino in Champions League che passò anche da Barcellona, già prima di quel periodo aveva dato segni di cedimento pareggiando con il Genoa e perdendo con il Catania. Ma tra la 28a e la 33a giornata i nerazzurri pareggiarono con Palermo e Fiorentina e persero proprio lo scontro diretto all’Olimpico contro Ranieri. Scontro diretto, quello con la Juve di sette anni dopo, che cade proprio in fondo a questo mini ciclo da qui a cinque turni.
IN VOLATA – È qui che si gioca la partita. Complicata, con il divieto assoluto di fallire un colpo. «Ma alla squadra ho detto che c’è la possibilità di arrivare in volata», disse Spalletti quando ancora il distacco era di otto punti. Ora è diminuito, a fronte di una squadra che un piccolo «sorpassino» sulla Juve, quello della differenza reti, già l’ha compiuto. Avrebbe un valore, in caso di arrivo a pari punti e con scontro diretto in perfetto equilibrio. Di sicuro è un numero che in qualche modo rafforza le convinzioni della Roma, uscita da Bologna nella certezza di esser riuscita ancora una volta ad ammortizzare la delusione della partita precedente. Della serie: siamo pronti a sgomitare in volata.