Era la tabella sbagliata. La Roma, regalando il primo tempo a un’Atalanta rabberciata ma volitiva, cancella le ultime illusioni di volata scudetto dopo aver fallito in Champions League (fuori nel preliminare con il Porto), Europa League (fuori con l’Olympique Lione negli ottavi) e in Coppa Italia (fuori con la Lazio in semifinale). A niente servono numeri «gonfiati», come quelli della media punti: in questo campionato livellato verso il basso sono tante le squadre con marcia da record. Ma solo alcune, vedi l’Atalanta, hanno fatto più del loro dovere. La Roma no. I tifosi più ottimisti – e a Roma ce ne sono tanti che meriterebbero qualcosa di più – fino a ieri calcolavano in quali giornate si potevano guadagnare punti sulla Juventus, confidando poi nello scontro diretto da giocare all’Olimpico. Ora che i punti di distacco sono 8 serve un’altra tabella: quella per salvare il secondo posto dal ritorno del Napoli, che sembra più brillante del gruppo di Spalletti, sfilacciato dalla scelta di far giocare sempre gli stessi, da una campagna acquisti di gennaio che ha portato solo Grenier (positivo a Palermo, ma poi desaparecido) e da alcuni giocatori sopravvalutati (Mario Rui, Bruno Peres, Paredes, forse anche Ruediger, che ha qualità importanti ma sta cadendo vittima di un incomprensibile nervosismo).
La Roma ha regalato il primo tempo, giocando sotto ritmo e non mettendo mai in difficoltà un’ Atalanta senza due big: squalificato il Papu Gomez, infortunato Spinazzola. In assenza di esterni sinistri, Gasperini ha schierato l’olandese Hateboer a destra e ha cambiato fascia a Conti, che è stato comunque il migliore in campo. Da una sua percussione, a cui Ruediger non ha opposto resistenza, è arrivato il gol del vantaggio nerazzurro, con una bella stoccata di Kurtic, arrivato al sesto gol in campionato, il primo nel 2017. Fazio e soprattutto Mario Rui, nell’occasione, hanno fatto la parte delle belle statuine. La Roma ha subito il colpo e l’Atalanta ha chiuso il primo tempo senza problemi, andando addirittura vicina al raddoppio con un contropiede capitato a Petagna, che non è un fulmine di guerra. Con Gomez sarebbe stata un’altra storia. Spalletti si è fatto sentire nell’intervallo e ha inserito Bruno Peres.
La Roma ha alzato il pressing e, al 4′, ha pareggiato: cross di Mario Rui, sponda di Salah (all’11° assist stagionale) e gol rapinoso di Dzeko. Il centravanti bosniaco, come molti compagni, non ha giocato una partita araldica ma è arrivato a 25 gol in campionato e 35 in stagione. Lì hanno pensato in tanti che la Roma potesse ribaltare il risultato. Gasperini ha pescato dalla panchina un esordiente assoluto, l’ecuadoregno Cabezas, e ha chiesto ai suoi di difendere un punto d’oro in chiave Europa League. La fortuna l’ha aiutato (palo di De Rossi e traversa di Nainggolan), ma l’Atalanta quella fortuna se l’è cercata con una gara coraggiosa. Tra i tanti luoghi comuni del calcio c’è che Gasperini non sia allenatore da «big». Il campo, veramente, dice il contrario.