Evviva. La Maggica lascia sul campo due punti essenziali, sia per nutrire le residue speranze di inseguimento alla Juve, sia per mantenere inalterata la distanza dal Napoli e, come per magia, rispuntano i Cavalieri del nulla, pronti a ridare fiato alle loro trombe, a lungo silenziate dalle frequentissime vittorie inanellate dalla Roma di Luciano Spalletti. Insinuanti al punto da fare impallidire l’onesto Iago, hanno potuto crogiolarsi nei loro titoli, utilizzando ancora una volta il giocatore più importante della storia al solo scopo di attaccare l’allenatore che ha osato attaccarli ripetutamente. Poco sono contati gli ennesimi due legni che avrebbero potuto dare ben altro senso alla gara contro la compagine di Gasperini, autentica sorpresa del torneo.
Non è mancata neanche la voce di chi, periodicamente, lamenta antichi torti, reali o presunti, diffondendo strali nell’etere romano. Viene da sorridere al pensiero che un quotidiano sportivo nazionale, per contro, abbia dedicato 25 pagine ad un incontro tra la sesta e la settima del campionato; ma, si sa, Roma divide, fin dai tempi dell’apologo di Agrippa. La città dove nacqui, ormai tanto tempo fa, venerdì compirà 2.770 anni. È riuscita a sopravvivere ai Galli di Brenno, ai Visigoti di Alarico, ai Lanzichenecchi di Carlo V, ma ho tanta paura che dovrà arrendersi ai nuovi barbari, pronti a succhiarsela come Dracula faceva col sangue delle proprie vittime. Per certo, tra i nuovi barbari ci sono anche quelli che fanno di tutto per distruggere quanto di buono ha cercato di realizzare la squadra che porta il nome della città eterna. P.S. È evidente che il 21 aprile l’anniversario potrà essere festeggiato solo da noi che ne portiamo il nome, eredi degli Orazi. Tutti gli altri, quelli che storicamente si sono schierati dalla parte dei Curiazi si astenessero. Grazie.