Ultimo si scrive alla fine, a capitolo chiuso. Perché con l’eterno Totti non si possono fare calcoli affrettati, nonostante un contratto agli sgoccioli e un futuro da dirigente annunciato, e ribadito da Massara a Pescara. Dire ultimo derby può essere un azzardo. Con gli scarpini ai piedi, che siano d’oro come nell’edizione limitata creata dalla Nike per i 25 anni di una carriera che non si stanca di allontanare il traguardo o di colori più banali, Francesco è felice, si sente nel suo habitat naturale. E si è sbrigato a calzarli il prima possibile dopo lo spavento di sabato scorso, quando Vermaelen gli ha pestato l’alluce malconcio, che si è gonfiato facendogli saltare la trasferta da Zeman e mettendo a rischio sia la stracittadina sia la stagione stessa. Ma è bastato un po’ di riposo e il capitano si è rimesso in sesto: ieri mattina a piazza San Lorenzo in Lucina sfoggiava il regalo col baffo e nel pomeriggio era in campo per l’allenamento con i compagni. Pronto per il derby, ultimo o no che sia. Totti lo vivrà dalla panchina, ma con lo spirito giusto: «È una partita diversa da tutte le altre, la Lazio provi sempre a distruggerla sul campo. Per la città, per la curva e per i tifosi provi sempre a dare il 101%, è una gara che vorresti sempre vincere. Sappiamo com’è andata a finire la volta scorsa, quindi vogliamo prenderci la rivincita». Dopo l’inutile vittoria in semifinale e i ritornelli sulla rinnovata «Coppa in faccia», la Roma ha nel mirino i tre punti e il primato cittadino. «Indosseremo una maglia portafortuna (quella dell’andata in campionato, 2-0 per i giallorossi, ndc) e cercheremo di fare una grande partita. La lotta col Napoli – ha aggiunto il numero 10 a margine dell’evento Tiempo Totti X Roma – la viviamo con serenità, abbiamo 4 punti di vantaggio e manca poco alla fine, anche se 3 match su 5 sono difficili sulla carta. Cercheremo di arrivare secondi».
E poi chissà. Anche ieri tra un’intervista e un’altra non ha la sciato traccia di certezze su cosa farà da grande, l’unica cosa di cui è sicuro è la scelta di una vita in giallorosso: «Come romano e come tifoso della Roma, è stato un onore concludere la mia carriera qui. Sicuramente avrei potuto vincere più titoli altrove, ma il mio più grande trionfo è la fedeltà ad una sola maglia». Ma saranno color oro gli scarpini che appenderà al chiodo? L’ interrogativo resta, il curriculum calcistico reciterà comunque sempre Trigoria come sede operativa. Nel frattempo c’ è da assegnare una fascia nel derby e non è detto che finisca sul braccio di De Rossi, che ha giocato da capitano solo la sfida di dicembre in campionato, restando a guardare nell’andata e ritorno di Coppa. Stavolta è un problema alla caviglia a metterne in dubbio la presenza dal 1′ ed è lo stesso guaio per cui Paredes lo ha sorpassato all’ultimo a Pescara. Potrebbe accadere di nuovo e per l’argentino sarebbe la terza maglia consecutiva nelle stracittadine. Daniele sta gestendo la situazione con sedute differenziate e vuole esserci, aspettando il rinnovo di contratto: «Non è un pensiero fisso, ma voglio continuare a giocare». Non sarà sicuramente il suo ultimo derby.