In quello che potrebbe essere stato il suo ultimo derby Francesco Totti è rimasto in campo venti minuti, compresi i tre di recupero. E’ andata meglio rispetto alle precedenti sfide con la Lazio di questa stagione: all’andata in campionato era rimasto in panchina; nei due appuntamenti fallimentari di Coppa Italia, Spalletti gli aveva concesso dieci e tredici minuti, compresi i recuperi. In totale quarantatré minuti. Al netto dei recuperi, i minuti disponibili erano 360. Obiettivamente poco per quello che è il miglior realizzatore di tutti i tempi nelle sfide con la Lazio di campionato con undici gol. Potrebbe essere stato il suo ultimo derby. Ma se sarà l’ultimo chiuderà con un bilancio che brucia: quindici vittorie a fronte di diciassette sconfitte. L’orientamento della società non è quello di proseguire il rapporto con il capitano sul campo, anche se l’amministratore delegato Umberto Gandini appena insediatosi aveva detto: «Sarà Francesco a decidere quando smettere». E Spalletti, in uno slancio polemico, poche settimane dopo, aveva aggiunto: «Resto solo se rifanno il contratto a Totti». Ma con il passare del tempo il tenore delle dichiarazioni dei dirigenti giallorossi è cambiato. Ieri il direttore generale Mauro Baldissoni ha detto: «No, non è l’ultimo derby per Francesco, ha un contratto di sei anni, Totti vivrà altri derby pur se fuori dal campo. Non è il suo ultimo derby perché ha un contratto in scadenza e uno da dirigente della durata di sei anni». Gli ha fatto eco Ricky Massara, direttore sportivo, che ha appena ceduto la carica a Monchi: «Totti vivrà molti altri derby da dirigente. È il simbolo della Roma, non potrà mai essere l’ultimo derby».
PRENDE TEMPO – Totti in realtà attende di avere un colloquio con Pallotta, appena questi tornerà nella Capitale, probabilmente a giugno. Finora il presidente non si è mai espresso sul futuro del capitano. Ma dopo aver firmato il contratto a furor di popolo alla fine della scorsa stagione, la società lo aveva ufficializzato aggiungendo che sarebbe stata l’ultima stagione da calciatore di Totti. Francesco ha fiutato l’aria che tira. Allora prova a scherzare. All’ingresso in campo è stato accerchiato da una cinquantina di fotografi, prima di accomodarsi in panchina. E li ha rimproverati con una battuta: «Aò, calmi, non è il mio ultimo derby!». Poco più tardi, al termine della partita, dopo aver incassato la terza delusione stagionale contro la Lazio, ha risposto a un cronista che conosce da trent’anni tenendo tutti con il fiato sospeso: «Il mio ultimo derby? Lo dicono gli altri, io non dico niente», ha detto dopo aver salutato affettuosamente Angelo Peruzzi, amico vero e oggi dirigente della Lazio.
LA DELUSIONE – Il futuro è ancora incerto, ma Francesco si rende conto che continuare con queste prospettive non sarebbe gratificante. Ha passato momenti difficili in questa stagione, ha dovuto accettare una situazione deprimente e lo ha fatto sempre con grande professionalità. Così come sta vivendo l’epilogo di quella che potrebbe essere la sua ultima stagione con tanta delusione. Aveva sperato di poter lottare per lo scudetto, per chiudere in bellezza, ma questa Roma non cresce mai. E per la prossima stagione ci sono poche certezze. Alla vigilia aveva provato a sdrammatizzare l’attesa regalando all’edicola di Fiorello la previsione di un successo per 2-0. Lo avrebbe voluto vivere da protagonista, con gli scarpini d’oro creati appositamente per lui dallo sponsor tecnico. Ma alla fine la delusione è stata doppia. Per la sconfitta e per il ruolo da comprimario.