L’eternità in una maglia. La Dieci è sua, almeno a casa sua. E’ giusto che la indossino altri? Francesco Totti è il campione di tutti ma i suoi strumenti da lavoro forse meritano di essere scolpiti nella storia, attaccati per sempre a un chiodo come esempio per i calciatori che verranno. E allora il nostro giornale lancia oggi un’idea, uno spunto: ritiriamo la maglia di Totti, quando Totti smetterà. Insieme sono stati una cosa sola per 20 anni, dalla prima stagione di Zeman. Sarebbe difficile scriverci un altro nome sopra, almeno nella Roma.
IL PRECEDENTE – E’ un appello al club, già sensibile alla materia quando i proprietari erano i Sensi: il difensore brasiliano Aldair, dopo 13 anni di militanza e di amore, vide rinchiusa la sua maglia numero 6 in una teca esposta nell’atrio di Trigoria fino a quando, nel 2013, gli venne chiesto di rinunciare all’onore per affidarne l’eredità al nuovo acquisto Strootman (ieri confermata la squalifica: salterà Milan e Juventus). «Ma con me la nuova società fu molto corretta – ricorda oggi Aldair – mi chiesero un parere e io dissi di sì, che era giusto. Penso che sia bello lasciare anche ai giovani calciatori il sogno di indossare il numero che è stato di un campione importante per il club. Tanto più se si tratta di un numero 10, che nella storia è sempre stato portato dai fuoriclasse. Però certo, il caso di Francesco è diverso. Totti è una leggenda della Roma e può essere considerato un caso a parte». Aldair non si pronuncia sul pensionamento anticipato (da un anno in verità) dai dirigenti e confermato due giorni fa da Monchi. Preferisce anzi, con un sorriso, rimanere in posizione di attesa: «Aspetterei prima di dare per scontato il finale di questa storia. Finché Francesco non dice la sua, tutto può essere. Magari vuole continuare a giocare. Non nella Roma».
LEGGENDA – Qualunque sia la scelta di Totti, che dopo una carriera intera vissuta a Trigoria ha diritto a scegliere il ruolo in cui cimentarsi, la maglia numero 10 potrebbe diventare persino un fenomenale veicolo commerciale. Immaginiamola dentro a una cornice nel museo della Roma, a Trigoria o magari nel futuro stadio: diventerebbe meta di pellegrinaggio di tifosi di tutto il mondo. Già adesso non è infrequente vedere fuori dalle mura del centro Bernardini gruppetti di curiosi con gli occhi a mandorla, arrivati da Cina o Giappone con due gadget giallorossi addosso soltanto per poter scattare una foto con l’icona Totti.
OPINIONE – Chiaro però: prima di rendere omaggio al campione e alla bandiera, che il 28 maggio contro il Genoa giocherà la sua ultima partita con la Roma, bisognerà consultare il diretto interessato che, per generosità di carattere e attenzione naturale ai giovani, in una dichiarazione scritta sul suo blog nel 2013 spiegò: «L’augurio più grande che posso fare a tutti i ragazzi e ai calciatori che avranno l’opportunità di indossare la maglia numero 10 della Roma è di scambiarla un giorno con un grande campione come Messi. Tutti devono avere questa possibilità. La maglia numero dieci è la mia seconda pelle, ma tutti dovranno avere la possibilità di cullare quel sogno, di indossarla e soprattutto di onorarla e portarla fino a raggiungere i migliori traguardi sportivi». Ma chissà: se la Roma gli proponesse davvero di ritirare la maglia come riconoscimento a una storia ineguagliabile, adesso potrebbe cambiare idea.