Jeu décisif dicono i francesi nel tennis, quando non vogliono usare quella parolaccia che è il tie-break. Gioco decisivo, o di qua o di là. La Roma e Francesco Totti sono sul 6-6 pari ed è ora di decidere cosa fare del domani, quanto fare, come fare. Non è la data dell’incontro il nodo – ogni giorno è buono, anche oggi a Trigoria alla ripresa degli allenamenti –, il mondo adesso ruota intorno a quello che il capitano e i dirigenti, ovvero il d.s. Monchi e il d.g. Baldissoni, avranno da dirsi.
DOMANI I BIGLIETTI – Gioco decisivo è quello di Totti, forte di un contratto di sei anni già in cassaforte. Da domani saranno messi in vendita i biglietti di Roma-Genoa del 28 maggio, l’ultimo match del capitano. Nessun rialzo previsto nei prezzi, nessun rialzo neppure nella «trattativa» sul futuro: la società lascerà a Totti carta bianca sul ruolo col quale vorrà spendere la sua seconda vita romanista. Direttore tecnico, uomo di raccordo tra squadra e società, un ruolo rappresentativo: la scelta spetta a Francesco, per quanto il club abbia in testa un’idea non vuole essere lei a compiere il primo passo. È un assist che Totti può decidere di raccogliere, oppure far cadere nel vuoto scegliendo di battere altre strade, per la prima volta nella vita fuori da Trigoria. Difficile, a leggere il borsino odierno. Ma è un borsino complicato che la Roma fatica a interpretare. Totti è ancora indeciso, una comprensibile indecisione per un uomo che fatica ad allontanare il pallone dai suoi piedi. Ondeggia tra un ruolo e un altro, una strada e un’altra, anche perché sono tante le persone che gli ruotano intorno. Consigli e punti di vista non sempre vanno nella stessa direzione, la moglie Ilary Blasi (con familiari) è personaggio molto influente. Quello che Totti vorrebbe sentirsi offrire è un ruolo operativo, non solo di facciata. Quello che invece la società vorrebbe ascoltare dal capitano è la disponibilità totale a mettersi in gioco, così da crescere all’interno di una struttura.
DOPPIA ANIMA – Matrimonio possibile? Di certo la Roma non si infilerà in quell’azzardo che sarebbe uno Spalletti confermato vicino a un Totti dirigente. «L’allenatore deve pensare alla squadra e va capito, però forse Totti avrebbe meritato di entrare in campo a San Siro», ha commentano l’ex tecnico della Roma Claudio Ranieri. Non c’è lui tra i candidati del post Spalletti. Qui si tratta di capire quale linea (o centro, per dirla alla Sabatini) di pensiero prevarrà a Trigoria. C’è quella che vorrebbe un tecnico straniero, pronto a calarsi in una realtà tutta nuova, certamente «non contaminato» dal vissuto/raccontato su Roma: Emery, in rotta con il Psg, è di sicuro il primo nome in lista d’attesa. Ma poi c’è pure la linea che preferirebbe affidare la prima squadra di Monchi a un allenatore italiano, al quale non sia necessario spiegare nulla della Serie A. E in questo senso non va messa da parte la candidatura di Vincenzo Montella, al netto di qualche trascorso non proprio idilliaco con l’attuale management di Pallotta. E per il quale, ad esempio, avere a che fare con un Totti dirigente non sarebbe certamente un problema.