Con il tridente leggero aveva iniziato e con quello finirà. Luciano Spalletti, del resto, non ha molte alternative per la Juventus. Anzi, forse una sì. Si chiama Francesco Totti, ma è dura, visti i precedenti e gli ultimi eventi. Anche perché Totti, nel frattempo, ieri ha parlato con il nuovo d.s. Monchi e si sta convincendo del futuro da dirigente. E allora Spalletti proverà a recuperare Nainggolan (difficile, ma gli verrà chiesto uno sforzo), il che gli permetterebbe di confermare il 4-2-3-1. Altrimenti sarà 4-3-3, con El Shaarawy, Perotti (anche lui in dubbio, ma dovrebbe esserci) e Salah per l’assalto alla Juve. Una partita che la Roma ha bisogno di vincere in caso di successo del Napoli a Torino, per conservare il 2° posto. Ma che si potrebbe anche permettere di perdere, se il Napoli non vincesse (ferma restando poi la necessità di fare 6 punti con Chievo e Genoa).
EDIN E MOMO – Insomma, il grido di allarme di Spalletti nel post-Pescara è realtà: «Ho un solo centravanti, devo preservare Dzeko». Non ci è riuscito e Dzeko con la Juve non ci sarà, dopo la doppietta al Milan. «È stato bello vincere e segnare due gol in uno dei migliori stadi del mondo – ha detto il bosniaco – Mi ha reso felice, c’era mio padre. Ho migliorato il mio record di reti, invecchiando si migliora, anche se ci ho messo un po’ per adattarmi. Potendo, cambierei il secondo tempo di Lione e la semifinale d’andata di Coppa Italia con la Lazio. Il mio gol preferito? Il primo, quello alla Juve. Speciale». Come la partita di domenica, dove probabilmente toccherà a Salah fare le funzioni di Dzeko. «Non chiedetemi come è cambiata la nostra intesa – scherza l’egiziano – Piuttosto, quando ho visto giocare Totti ho pensato ci fosse qualcosa di magico».
TOTTI E IL DS – Già, Totti. Ieri era alla Presidenza del Consiglio per rendere omaggio all’Italia di calcio a 5 della Fisdr (ragazzi affetti dalla sindrome di down), fresca campione del mondo. «La Juve si batte difficilmente, ma qualche volta può succedere», ha detto ai ragazzi. Per poi aggiungere: «Il 28 maggio la mia ultima partita? Non lo so…», ha detto scherzando e volando via. In tarda serata il chiarimento: «In questo momento — ha scritto Totti sui social — penso solo alla Juventus perché siamo ancora in lotta per il campionato e la Roma viene prima di tutto. Sul resto ci sarà tempo per parlarne». Tra l’altro, Totti nelle ultime ore ha parlato con Monchi ed è rimasto felicemente impressionato dal progetto del nuovo dirigente. In buona sostanza (come annunciato dallo stesso Monchi il giorno della sua presentazione ufficiale) Totti dalla prossima stagione dovrebbe essere il suo collaboratore principale, l’uomo che lo aiuterà a capire Roma e che in cambio avrà indietro i segreti del mestiere. Un periodo di apprendistato, per poi permettere al capitano giallorosso di camminare da solo nella carriera da dirigente e, magari, iniziare quel percorso da direttore tecnico che tanto gli piace e che la Roma gli ha prospettato nel contratto da dirigente. Nel frattempo ci ha pensato ancora Maurizio Costanzo a tornare sulla querelle tra lui e il tecnico: «Spalletti deve capire che non si dà un contentino di 5’ a una bandiera. Vada a fare l’allenatore in provincia, è invidioso della storia di Totti». Anche da dirigente, per Totti sarebbe impossibile lavorare ancora con Spalletti. Ma dal prossimo anno il problema si risolverà da sé.