Non è un passaggio di testimone, anche se la fascia si trasferirà da un braccio all’altro. E’ più opportuno considerarlo come un abbraccio ideale, come un lascito sportivo che merita di essere tramandato al più degno degli eredi. Sta per succedere e in parte è già successo: a 34 anni il Capitano va in pensione e porta con sé il ricordo di Capitan Futuro. Dal primo luglio, se non succedono cose strane, Daniele De Rossi prenderà il posto di Francesco Totti come primo cittadino di Trigoria.
STRETTA – E’ stata proprio la prospettiva di diventare un magnifico erede a fungere come catalizzatore per l’accelerata definitiva in corso sul rinnovo contrattuale. Avrebbe pianto sulle spalle di Totti, come già aveva fatto in altre due occasioni quando il suo addio sembrava imminente, l’ultima nel 2013 dopo la finale di Coppa Italia persa contro la Lazio. In quel caso il destino gli offrì un gol meraviglioso, nella prima giornata a Livorno, dove il padre aveva giocato molto tempo prima, a fermarne la partenza. In questo caso invece De Rossi resterà grazie a un altro tipo di firma: quella sul rinnovo contrattuale che è attesa a giorni, se non a ore. Sta entrando nel vivo la negoziazione nella quale l’avvocato Baldissoni, che di De Rossi è amico, e lo scaltro procuratore Berti (occhio, è lo stesso del Montella calciatore…) stanno per raggiungere un’intesa economica e progettuale. De Rossi rinuncia a guadagnare di più altrove, perché anche in Italia diverse squadre del nord con la maglia a strisce si erano dette interessate ad assoldarlo, e al rinnovo biennale che faceva parte delle condizioni di partenza. La Roma incassa la disponibilità al contratto uno più uno, cioè fino al 2018 con rinnovo automatico vincolato a un certo numero di presenze (in via di definizione), ma De Rossi ottiene uno stipendio di quasi 4 milioni netti per il primo anno. Che sono 2,5 in meno rispetto agli emolumenti attuali ma sono comunque un ottimo affare per un campione nato nel 1983. Se dovesse prolungare fino al 2019, poi, De Rossi prenderebbe più o meno la cifra che rimane. In pratica, euro più euro meno, spalmerebbe l’attuale contratto in due stagioni sportive.
FEDELTA’ – De Rossi ha deciso di continuare la sua carriera nella Roma per motivi familiari e umani, oltre che sportivi, ma anche perché stimolato dalle risposte del proprio fisico (l’estate scorsa aveva detto di non sentirsi proprio sicuro di poter proseguire ad alti livelli) e dall’entusiasmo con il quale è stato accolto dall’ultimo arrivato a Trigoria, il direttore sportivo Monchi. Quando si è reso conto che la società contava davvero su di lui, come simbolo della squadra che verrà ma anche come centrocampista che serve all’allenatore che verrà, ha dato mandato di accelerare la trattativa e di chiuderla positivamente. Non siamo ancora arrivati a dama ma se non ci saranno rotture improvvise, le buone intenzioni delle parti in causa faciliteranno un rinnovo in tempi relativamente rapidi.
L’ALTRO – Successivamente Baldissoni e Monchi si dedicheranno al contratto di Kevin Strootman, che scadrà nel 2018. Strootman è abbastanza nervoso in questi giorni a causa della squalifica che gli impedirà di giocare domenica contro la Juventus ma ha promesso alla Roma, pubblicamente, che «il prossimo anno sarà ancora qui». Anche su questo fronte, la volontà di trovare un accordo prevarrà su ogni tentazione centrifuga.