Caro Francesco,
la tua avventura nella Roma sta durando da oltre un quarto di secolo, nel quale il mio Napoli è stato tuo avversario per circa due terzi di questo periodo, di questa tua epopea con una squadra la cui maglia è una tua seconda pelle, i suoi colori sono gli stessi del tuo cuore e con la quale la tua anima si fonde.
Sei stato e sei ancora una delle più grandi leggende del calcio italiano. Non hai vinto titoli europei, anche se ne avresti avuto le capacità tecniche, perché hai deciso di sposare a vita la squadra della tua città, alla quale sei indissolubilmente legato.
La tua epopea si avvia verso la fine, ma da tifoso e amante di questo sport, non posso non provare tristezza per le modalità del tuo addio. Ieri le tue parole sul tuo futuro hanno portato con loro un certo alone di mistero.
La cosa che mi ha fatto davvero incazzare, e lo dico da non tifoso della Roma, è che hanno parlato gli altri per te. Prima il nuovo DS, poi altri personaggi all’interno della società.
Io credo che tu abbia già deciso, ma qualcuno sta portando avanti da tempo una certa mancanza di rispetto nei tuoi confronti. Non mi riferisco necessariamente a Spalletti, ma stanno parlando troppi personaggi, i quali si stanno intromettendo nella tua vita, nelle tue scelte, nella tua privacy.
La scelta di continuare a giocare o meno è assolutamente personale. Sia per un discorso di rispetto della persona sia per quello che hai rappresentato, rappresenti e rappresenterai per Roma e per la Roma, le tue decisioni ma anche i tuoi tempi dovrebbero essere sovrani.
Domenica prossima con ogni probabilità si deciderà il campionato. Da parte mia, chiaramente spero che la Roma non batterà la Juve e che il Napoli vincerà contro il Toro, ma ora faccio un’affermazione forte: data la tua grandezza e dato tutto ciò che hai donato al calcio, mi farebbe molto meno male se la Roma conquistasse il secondo posto grazie a una tua prodezza decisiva.
Con enorme stima.
MG