Sono i giorni della verità per Francesco Totti, quelli più difficili, durante i quali deve cercare di metabolizzare il passaggio a un’altra fase della sua vita. In questi giorni Monchi ha parlato molto con il capitano. Capisce le sue difficoltà, è stato calciatore anche lui e cerca di aiutarlo. L’ultima volta i due hanno parlato dopo la partita di Milano. Il direttore sportivo gli ha fatto capire che non è stato bello vederlo seduto in panchina senza esultare dopo il secondo gol. La Roma viene prima di tutto. E Totti è la Roma. Monchi gli ha offerto un ruolo al suo fianco, non è preoccupato della sua ombra. Francesco deve cominciare a ragionare da dirigente, non più da calciatore. Deve fare un percorso di crescita che lo porterà ad assumere un ruolo apicale nell’area tecnica come ambisce e a quel punto potrà dire la sua sul nuovo allenatore. La Roma deve scegliere il successore di Spalletti e Monchi sta valutando pro e contro di tutti i profili presi in considerazione.
CONFRONTO – Monchi e gli altri dirigenti dialogano spesso con Totti. Il direttore sportivo in questi giorni ha capito il ruolo e l’importanza del capitano. Lo considera un fenomeno sociale, ma nello stesso tempo un ragazzo semplice, genuino, sincero. Totti farà un percorso per arrivare a quel ruolo e si confronta volentieri con Monchi, del quale ha apprezzato la lealtà sin dal primo giorno, da quando, il mattino prima della conferenza stampa, gli parlò chiaramente: «So che mi chiederanno di te, dirò cose che non ti piaceranno». Francesco dal prossimo mese dovrà condividere molte situazioni con Monchi, capire i meccanismi di un ruolo che non è facile ricoprire in modo operativo. Dovrà sentirsi coinvolto e dare il suo parere sulle scelte.
DIFFICILE CONTINUARE – In questi giorni Totti è finito nel frullatore e in alcuni momenti è anche suggestionato dall’idea di giocare un altro anno, per dimostrare di poter essere ancora decisivo. Non ha ricevuto offerte al momento, ma potrebbe valutare situazioni divertenti, tipo un anno negli Stati Uniti, o in Europa, con un allenatore che lo faccia sentire importante. Non è facile però. Perché negli States potrebbe essere attratto da New York o Los Angeles, ma le caselle per i giocatori che possono andare fuori budget sembrano già occupati. Si guarderà intorno, ma le chance di trovare qualche situazione praticabile non sono molte. Intanto continuano gli attestati di stima nei suoi confronti. Giampiero Ventura, il commissario tecnico che non lo ha mai allenato, lo celebra così:«Quando un grande campione come Totti lascia, resta l’amaro in bocca perché perdiamo un grandissimo giocatore. Non c’è un Totti di domani, ma tanti giovani che possono avere lui come modello a cui ispirarsi. Per chi ama il calcio è un dispiacere perde- re un calciatore che ci ha deliziato». E Carlo Ancelotti, che lo stima da quando era ragazzino, ha chiuso: «Deve essere Francesco a decidere quando smettere».