Era tutto pronto per il funerale della Roma. Il Napoli che vince in pantofole a Torino e sorpassa, la Juve che arriva serena, pronta a festeggiare «in faccia» ai rivali lo scudetto, davanti a tanti tifosi bianconeri accorsi da tutta Italia e «infiltrati» un po’ ovunque all’Olimpico. Il processo è partito prima di giocarla questa partita teoricamente impossibile. Fallimento, disonore, vergogna: ecco le parole che avrebbero usato per distruggere una squadra ormai costretta a lottare contro il mondo intero, compresa parte dei suoi tifosi. E invece no. La Roma ha battuto i migliori d’Europa, che potranno festeggiare lo scudetto in casa fra una settimana ma per una sera si sono dovuti inchinare ai giallorossi. Una vittoria di cuore, di forza, di tecnica, in una partita giocata senza l’unico centravanti in rosa, Dzeko, un uomo fondamentale come Strootman, il Florenzi quasi dimenticato e un Nainggolan sceso in campo a mezzo servizio ma comunque devastante. Totti ha partecipato alla festa nei minuti di recupero, aspettando Roma-Genoa quando lo stadio sarà tutto per lui. Prima della gara Del Piero è andato ad abbracciarlo in panchina: un’era di campioni che si chiude. E Spalletti, che se vincerà le ultime due partite contro Chievo e Genoa avrà superato il record di punti della Roma, si è dovuto sorbire i fischi alla lettura delle formazioni dopo il boato per il capitano. Partita bella da subito. Juve senza Dybala risparmiato per la Coppa Italia insieme a Dani Alves, Alex Sandro, Chiellini e Marchisio. Di fronte al 4-3-3 di Allegri c’è il 4-2-3-1 di Spalletti, dove a volte Nainggolan si ritrova più avanti del finto centravanti Perotti.
Il Ninja deve seguire il suo amico Pjanic, sulle fasce il duello ruvidissimo Rudiger-Mandzukic e quello della velocità fra Cuadrado ed Emerson. Dopo la prima fiammata romanista la Juve prende il controllo, favorita dal mancato pressing, per scelta, di Spalletti. La capolista potrebbe passare in vantaggio con Asamoah che colpisce il palo, ci riesce al 21′ grazie alla dormita generale giallorossa: Sturaro-Higuain-Lemina, tutto troppo facile. Sembra il colpo del ko nonostante sia solo il primo tempo ma la Roma trova il pari immediato con De Rossi. Il capitano di serata, al terzo gol di fila, è il guerriero che non s’arrende e guida la riscossa. Prima dell’intervallo Salah non sfrutta l’errore di Benatia e appoggia di testa tra le braccia di Buffon. Nel secondo tempo inizia un’altra storia. Che cancella il processo già pronto. Spalletti sceglie di accentrare Salah, con Perotti che si allarga a destra. Il gol, però, lo segna El Shaarawy: un tocco di biliardo con la «sponda» involontaria di Lichtsteiner. Nainggolan fa subito 3-1 di potenza, l’Olimpico esplode e quasi non ci crede. A nulla servono gli ingressi di Dani Alves, Dybala e Marchisio. Allegri potrà consolarsi già fra due giorni con la Coppa Italia nella finale contro la Lazio, Spalletti si tiene il secondo posto che vale la Champions e non vuole lasciarlo più. Notte da romanisti veri. Finalmente.