Se non si può essere vittoriosi, non resta che entrare nella storia come pietre miliari. Nei giorni in cui il futuro di Luciano Spalletti (ieri a Empoli per la partita) sembra essere più lontano dalla Capitale, l’allenatore della Roma sta costruendo intorno alla squadra giallorossa un mito fatto di numeri. Comprensibile. Anche se l’attuale Serie A sta regalando primati a tante squadre, visto il modesto livello del campionato, l’impressione è che le cifre romaniste siano destinate a durare.
PRIMATI – Innanzitutto il traguardo più importante potrebbe essere quello dei punti in classifica. Battendo domenica un Genoa ormai demotivato in quello che si annuncia come il «Totti day», la Roma potrebbe raggiungere 87 punti, facendo meglio della squadra di Garcia, che nel 2013-14 ne conquistò 85. Vero che in quell’occasione l’allenatore francese, blindato ormai il secondo posto, in due delle ultime tre partite lasciò spazio ai giovani, perdendo con Catania e Genoa, però i primati sono come i sesterzi dell’epoca di Vespasiano, «non olent», e così la medaglia sarà di quelle importanti. Come quella d’altronde delle vittorie, ben 27, anche in questo caso battendo il primato di Garcia. Per costruirlo ci sono ovviamente voluti tanti successi in trasferta, ovvero precisamente 12, cosa che ha consentito un doppio record giallorosso: quello in se stesso (sempre la prima Roma di Garcia si era fermata a 11) e quello delle vittorie esterne di fila, giunte a 7. Basta così? Niente affatto, perché la squadra di Spalletti ha già eguagliato il record di gol segnati in un campionato – 87, come nella stagione 1930-31 a 18 squadre – e quindi basterà una sola rete per arrivare sul tetto. Ed a questo proposito, uno assai interessato all’argomento è Edin Dzeko, che segnando un solo gol può eguagliare un primato personale, quello di centri in campionato, finora appannaggio di Volk con 29 reti (stagione 1930-31). Con Dzeko a quota 28, si può già immaginare il tiro al bersaglio che si prepara per domenica. Non basta. Se i giallorossi col Genoa segnassero almeno 4 gol, potrebbero agganciare il Grande Torino del 1947-48, primatista assoluto con 125 gol stagionali.
CHAMPIONS – Tutto questo, naturalmente, potrà essere santificato solo con la qualificazione diretta in Champions. Non sarebbe un miracolo (la Roma ha il 2° fatturato e il 2° monte ingaggi del campionato) né una cosa eccezionale (sarebbe la nona volta 9 nelle ultime 16 stagioni, cioè da quella dell’ultimo scudetto), ma un grande risultato senza dubbio. Una straordinaria eredità per chi – fra Emery, Paulo Sousa o Di Francesco – dovrebbe prendere il posto di Spalletti. Riserva sciolta, quindi? Non proprio, ma l’allenatore ha ammesso: «Qualcosa a chi di dovere ho già detto». In attesa di Pallotta, tutto lascia pensare che l’addio sia vicino, ma poiché il destino ha senso dell’umorismo, possibile che quello di Spalletti sia oscurato dal ritiro di Totti. Come dire: i duellanti lasciano insieme. Poi sarà la storia a fare giustizia.