Chi è deluso sventola il vessillo dell’ennesima stagione senza trofei, la nona consecutiva. Chi è soddisfatto, può aggrapparsi agli 87 punti, record della storia del club, al secondo posto a 4 punti da una Juventus stellare e con la Champions diretta in tasca davanti al Napoli champagne. Insomma, anche stavolta hanno ragione tutti. Soprattutto Spalletti, che chiude la sua avventura con una media punti stellare (2,4 punti a partita da gennaio 2016 a oggi) e rivalutando giocatori dati per persi come Dzeko e Fazio.
LA DIFESA
Szczesny 7: nonostante i soldi spesi per Alisson, non perde mai il posto. Nell’ultima gara gli si aprono le sliding doors: sbaglia sul pari di Lazovic, poi gli nega con un miracolo il gol che sarebbe costato la Champions. Arrivederci, “coso”.
Alisson 6: gioca nelle coppe, il rimpianto maggiore della stagione, e piace soprattutto alle tifose. Sarà pronto a fare il titolare?
Fazio 7: accolto con ridicoli fotomontaggi con la testa del conduttore omonimo: 48 partite e 4 gol più tardi è diventato indispensabile. Pensare che tra lui e Vermaelen il “pacco” pareva proprio Federico…
Rudiger 6.5: quando rientra lui, il 30 ottobre, la Roma ha incassato 12 gol in 10 partite. Nelle 11 successive ne subisce solo 6: andategli a dire che sia soltanto un caso. È l’elastico su cui Spalletti cuce i passaggi dalla difesa a 3 a quella a 4.
Emerson 6.5: inizia la stagion con l’espulsione col Porto: «Mister, mi faccia andare via». ma Spalletti lo impone titolare e lui finisce addirittura in nazionale. Prima che la maledizione del crociato gli rovini il finale.
Manolas 6: appena s’alza il volume delle voci che lo vorrebbero partente, s’infila in un tunnel senza uscita. Tante chiacchiere in campo, poca disponibilità al sacrificio fuori: invertisse gli indici sarebbe un colosso.
Juan Jesus 6: fatica un po’ a carburare. Ma in alcuni momenti chiave – le vittorie a Napoli o a Milano – fa pure meglio dei titolari. Alla faccia della riserva.
Mario Rui 5.5: il crociato cede in ritiro trasformando la stagione del salto in un naufragio. Quando torna, il suo posto se l’è già preso un altro.
Bruno Peres 4.5: il rapporto tra prestazioni e soldi spesi – 15 milioni – è sconfortante. Il ko di Florenzi poteva essere il suo trampolino, diventa la sua zavorra.
IL CENTROCAMPO
Nainggolan 8: Spalletti dice che Radja trovi l’equilibrio nel “forte sempre”. Magari in campo qualche pausa se la sarà pure presa, ma 11 gol in serie A, per un centrocampista, sono un’enormità. Se le serate in discoteca, le sigarette, i tatuaggi e qualche eccesso gli fanno quest’effetto, perché mai dovrebbe smettere?
De Rossi 7: ogni tanto sembra fare fatica Daniele. Poi però arrivi ad un finale torrido in cui non puoi sbagliare nulla e questo ragazzo di (quasi) 34 anni inizia a buttar dentro palloni pesanti come macigni: 4 gol nelle ultime 5. La Roma che va in Champions è lui.
Strootman 7: «Come tornerà dall’infortunio?», ci si chiedeva. Dubbi leciti volatilizzati dopo una stagione senza nemmeno un raffreddore. Ci mette pure due derby da trasteverino, con la“doccia” a Cataldi e la simulazione: ora manca solo di sentirlo parlare in romanesco.
Paredes 6: il battesimo di Spalletti, «Leandro è meglio di Pjanic», ha forse alzato troppo le aspettative. Poteva andarsene alla Juve due volte, essere rimasto non gli ha però consentito di far rimpiangere il bosniaco.
Gerson 4.5: la notte di Torino con la Juve poteva incoronarlo a sorpresa. Invece l’ha bruciato. Da quel giorno del 17 dicembre, sparito. La sua responsabilità più grande, aver rifiutato il trasferimento al Lille che avrebbe portato 18 milioni alla Roma.
Florenzi sv: chissà che stagione sarebbe stata se la sfortuna non si fosse accanita sulle ginocchia di Alessandro.
L’ATTACCO
Dzeko 8: capocannoniere in campionato e in Europa League. Il “bidone” ha trasformato gli insulti in muti silenzi imbarazzati buttandola dentro 39 volte, 29 soltanto in campionato, e battendo pure il record di Totti. Il gol e i due assist determinanti nell’ultima della stagione, dovrebbero aver cucito la bocca pure a chi diceva che nelle gare decisive non segna mai. Non sarà Ibra, ma provate a farne a meno.
Salah 7,5: quando era in Coppa d’Africa e la Roma vinceva lo stesso, c’era chi s’azzardava a metterne in dubbio l’utilità. Da quando è tornato, la dipendenza dai suoi gol – 19 – e i suoi assist – 15- è diventata totale. Nessuno ha inciso su tante partite come lui.
El Shaarawy 7: altalena tra musi lunghi e giocate devastanti. Fino ai 4 gol nelle ultime 4 gare: un traghetto per la Champions League, anche se il biglietto lo ha pagato..
Perotti 7: Dzeko fa la sponda, lui carica il sinistro, guarda Lamanna, tira. Gol. Via la maglia e i dispiaceri di una stagione con troppa panchina e qualche rigore glaciale: la Roma seconda ha la faccia del “Monito”.
Iturbe 4: sei mesi disastrosi, prima di scoprire al Torino che il suo problema non è la Roma.
Totti 10: non avrebbe voluto finisse così, ma per tanti, il trofeo più bello è aver vissuto 25 anni di Francesco.