La fronda, finora sotterranea, dei grillini anti-Tor di Valle ieri è emersa per la prima volta sotto i taccuini dei cronisti. Le prime crepe nella maggioranza M5S che, tra due settimane, dovrà votare il progetto bis del nuovo stadio (con l’«Ecomostro» di uffici e negozi dimezzato) si sono palesate al termine della riunione congiunta della commissione Urbanistica-Trasporti. A puntare il dito contro l’assessore Luca Montuori è stata la pentastellata Cristina Grancio, vicepresidente vicario della Commissione Urbanistica. «È offensivo – ha detto Grancio attaccando Montuori – chiedere di votare in Aula la delibera perché se non c’è un presupposto di solidità economica non si può firmare un contratto con Eurnova spa, così vai dietro a Parnasi», il costruttore che insieme a James Pallotta sogna l’operazione calcistico immobiliare già bocciata dall’Istituto nazionale di Urbanistica per le sue volumetrie monstre. A quel punto l’assessore ha ammesso che il Campidoglio ha avviato «approfondimenti per garantire l’equilibrio economico-finanziario» e che ci saranno «verifiche di legittimità e controlli al momento della firma della convenzione urbanistica». Secondo Grancio però «le modalità di acquisto dei terreni, precedenti alla dichiarazione di fallimento della Sais, la società venditrice, risultano particolarmente complesse e caratterizzate dalla presenza di forti esposizioni debitorie, potendo far paventare un’ipotesi di estensione del fallimento anche alla società acquirente, ovvero Eurnova». Per questo, secondo la vicepresidente dell’Urbanistica, «il curatore fallimentare della Sais deve venire in commissione». I dubbi della fronda anti-Tor di Valle del M5S (insieme alla Grancio non votarono il patto Roma-Comune del 24 febbraio altri 3 pentastellati), riguardano pure i tempi della votazione in Aula della delibera di pubblica utilità. In teoria dovrebbe avvenire a ridosso del 15 giugno, quando scade la conferenza dei servizi. Anche se la Soprintendenza del Mibact non si è ancora espressa definitivamente sul vincolo che tutela l’ippodromo. «Non capisco come si possa votare entro il 15 giugno un progetto su un’area sottoposta a vincolo», ha detto ancora la Grancio. Capofila della pattuglia di grillini che alla fine, in Aula, potrebbero non votare insieme al resto del gruppo.
INFRASTRUTTURE TAGLIATE – Sul fronte delle opere pubbliche, fortemente ridotte dopo l’accordo di febbraio, ieri l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, ha spiegato che i privati acquisteranno appena «2 nuovi treni» per la malandata Roma-Lido. Nel progetto originario ne erano previsti 15 nuovi di zecca. «Ma altri otto mezzi di proprietà dell’Atac – ha detto Meleo – verranno riqualificati». Montuori invece ha confermato che «il ponte di Traiano non è fra le opere di compensazione del progetto».