Totti. Paolo Maldini. Bergomi. Franco Baresi. Sandro Mazzola. Facchetti. Boniperti. Domanda: cosa hanno in comune questi calciatori? Risposta: hanno giocato sempre e soltanto con la stessa maglia. Sono, insomma, autentiche bandiere delle loro squadre. Come Daniele De Rossi, 561 gare con la Roma a partire dal 30 ottobre 2001 (Roma-Anderlecht 1-1, Champions League). Tutte con la Roma. Solo con la Roma. E da un paio di giorni con due altri anni di contratto per aumentare il bottino. Daniele, dopo l’addio di Totti, è rimasto l’unico calciatore in attività nel nostro campionato ad aver indossato solo una maglia; inoltre, Daniele è uno degli otto (solo otto!) calciatori-bandiera in Europa: Iniesta (Barcellona), Thomas Mueller (Bayern), King (Leicester), Perrin (Saint Etienne), Akinfeev (Cska Mosca), Rui Patricio (Sporting) e Rakitskiy (Shakhtar). Con un particolare: De Rossi, tra gli otto, è quello con il più alto numero di anni di militanza, 16 (+ 2…) davanti a Iniesta, 15.
DDR = DANIELE DE ROMA – Riavvolgendo il nastro, è forte la sensazione che la carriera di De Rossi finora non sia stata celebrata a dovere. Nonostante il titolo di campione del mondo con l’Italia nel 2006, nonostante le 112 presenze con la Nazionale (record per un giocatore della Roma: quinto azzurro di sempre) e le 20 reti (altro record per un giocatore della Roma). L’aver vissuto nella Roma all’ombra di un fuoriclasse assoluto come Totti non gli ha giovato, ma – al di là di questo – non si è mai avuta la percezione – più fuori Roma che nella Capitale – che nella squadra giallorosa ci fosse un altro campione. Uno di quelli che resterà per sempre nella storia della Roma e della Nazionale. Non c’era bisogno che Totti smettesse per accorgersi della sua presenza, eppure troppi in precedenza l’avevano messo senza farsi problemi in un cantuccio. Come uno qualsiasi. Come uno dei tanti. Non i tifosi della Roma, però, che l’hanno sempre considerato un punto di riferimento, oltre che uno di loro. Anche per la schiettezza che Daniele ha messo in ogni dichiarazione, più o meno politicamente corretta. E la gente, si sa, apprezza chi dice le cose in faccia, nel bene e nel male. E non sopporta, e magari fischia, chi gioca con i sentimenti, oltre che con le parole. DDR: Daniele De Roma. Un acronimo, una garanzia. D’amore, anche.